Londra è ancora scossa. L’immagine di quell’uomo che ieri mattina ha decapitato un soldato sarà difficile da dimenticare. Quelle mani insanguinate, quelle frasi insensate, quelle urla forsennate. E poi la minaccia: “Nessuno qui è al sicuro”.
E’ una tranquilla mattina a Woolwich, nella zona sud orientale di Londra, quando due assalitori, al grido di “’Allah Akbar” (Allah è il più grande), si scagliano contro un miliare in servizio. In mano hanno un machete, l’arma del delitto. E mentre quel corpo giace lì trucidato sull’asfalto, a pochi metri di distanza si raduna una folla di curiosi, increduli. Qualcuno di loro osa di più: avvicinandosi a uno degli esecutori di quest’assurda follia omicida, e dietro suo stesso invito, lo sfida a modo suo con un’arma quasi al pari di quel machete, la videocamera del suo telefonino. “Queste cose nella mia terra succedono ogni giorno” – grida al passante, quasi per cercare una giustificazione davanti alle telecamere. Poi si permette anche di dare un consiglio: “Cacciate il vostro governo, non si cura di voi”.
Poco dopo arriva la polizia: ferma i due uomini e li uccide. Sul posto ci sono anche dei feriti, uno dei quali versa in grave condizioni. Ma è ormai troppo tardi: la spirale di violenza si è già innescata. Le autorità, che catalogano l’episodio come attentato terroristico di matrice islamica, temono una ritorsione verso i principali luoghi di culto musulmani. In serata sono stati fermati due uomini per rappresaglie in alcune moschee della città.
Intanto sta facendo il giro del web un video diffuso da Itv news, che riprende un uomo di colore con entrambe le mani sporche di sangue, che urla facendo proclami politici. “Dobbiamo combatterli come loro combattono noi. Occhio per occhio, dente per dente”. E poi aggiunge: “Chiedo scusa che le donne oggi hanno dovuto assistere a questo, ma nella nostra terra le donne devono vedere le stesse cose”.
Un testimone li ha descritti come “due ragazzi impazziti, degli animali”. Poco prima dell’attacco hanno addirittura chiesto ai presenti di riprendere il tutto. Volevano finire in Tv. “Erano più preoccupati di dover fare fotografar che di fuggire” – ha dichiarato uno di questi. Altri testimoni hanno raccontato che all’uomo ucciso è stata quasi interamente staccata la testa dagli assalitori, che hanno utilizzato almeno tre armi da taglio.
“Un atto barbaro, spaventoso, chiaramente di natura terroristica”, lo ha definito il presidente britannico David Cameron nel corso di una conferenza stampa a Parigi. Arriva puntuale anche la condanna della Nato. Da Downing Street Cameron fa sapere di aver convocato d’urgenza il Comitato di crisi del governo “Cobra”, prassi seguita solo nei casi di sicurezza nazionale. Preoccupazione esprime il sindaco di Londra Boris Johnson, ferma condanna arriva dal segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen.
L’episodio potrebbe ricordare l’aggressione compiuta, una decina di giorni fa, da un giovane ghanese a Milano, che ha ferito cinque persone uccidendone una a colpi di piccone. Anche in quel caso gli inquirenti hanno subito privilegiato il movente religioso. Musulmani contro cristiani: una scelta di questo tipo è più facile, ma di sicuro maggiormente discriminatoria. Il neo ministro all’integrazione, Cecile Kyenge, si sta battendo per riconoscere i loro diritti: tra le sue proposte emerge l’eliminazione del reato di clandestinità e il riconoscimento dello “ius soli”. Ma anche perché non si può essere colpevoli per la fede professata. Le indagini di Milano hanno poi rivelato che l’omicida soffriva di gravi turbe mentali.
di Marina Bonifacio