Davanti all’Assemblea generale dell’Onu, Obama ha aperto il quarto discorso del suo mandato parlando di diritti umani e di difesa dei principi sui quali si basa la convivenza civile e soffermandosi sulla figura dell’ambasciatore americano in Libia, ucciso a Bengasi l’11 Settembre scorso. «Oggi voglio parlarvi di un americano di nome Chris Stevens che amava e rispettava i popoli Nordafricani, che aiutòla Libiae che è stato ucciso nella città che lui stesso aveva aiutato a salvare». Le parole di Obama per il suo ambasciatore non sono solo un omaggio al grande lavoro diplomatico svolto negli ultimi mesi, ma lo rendono anche il perfetto rappresentante di quell’America che, attraverso il suo appoggio alle primavere arabe, continua a difendere «i principi che costituiscono la base stessa sulla quale è stata edificata l’Organizzazione delle Nazioni Unite: il riconoscimento che i conflitti ci sono, ma vanno risolti pacificamente, che la diplomazia deve sostituire la guerra, che in un mondo complesso e interdipendente abbiamo tutti interesse a trovare accordi comuni».
Ed è proprio nel nome di questo interesse comune che il Presidente degli Stati Uniti ha chiesto sanzioni contro le atrocità in Siria e ha detto che l’America farà quello che deve per impedire all’Iran di acquistare armi nucleari. «Niente equivoci: per noi quella di un Iran dotato di armi nucleari è una sfida intollerabile». Esaurisce così la sua concretezza diplomatica, senza però lanciare l’ultimatum che il presidente israeliano Netanyau gli aveva chiesto. C’e’ ancora spazio quindi per una “soluzione diplomatica, ma il tempo non è illimitato”. «Rispettiamo il diritto degli Stati di accedere al nucleare per uso civile, ma uno degli scopi delle Nazioni Unite è vigilare che sfruttiamo quel potere per la pace. Un Iran dotato dell’arma nucleare minaccerebbe la sicurezza di Israele, la sicurezza degli Stati del Golfo e la stabilità dell’economia globale. Rischierebbe di scatenare una corsa al riarmo nucleare nella regione, mettere a rischio il trattato di non proliferazione. Ed ecco perché gli Stati Uniti faranno ciò che è necessario per impedire all’Iran di avere l’arma nucleare».
Proseguendo nel suo discorso Obama ha ribadito che l’America continuerà ad appoggiare le primavere arabe “perché alla fine solo la democrazia potrà portare stabilità”. Ma la democrazia è una scelta che va fatta fino in fondo, tutelando anche la libertà di espressione. «Innocence of muslims è un video disgustoso che offende la dignità e il rispetto sia dei musulmani sia dell’America, che accoglie gente di ogni razza e fede religiosa». Eppure quel video non può essere cancellato da Youtube perché la costituzione Usa protegge la libertà di espressione anche nei casi più estremi. «Atti blasfemi contro il cristianesimo, la principale religione negli Usa, sono continui e non possiamo fare nulle per impedirli. Come presidente dell’America io accetto che la gente dica di me cose tremende e difenderò sempre il loro diritto di farlo. Sappiamo che se cominciamo a porre limiti alla libertà di espressione questi possono facilmente diventare armi per far tacere chi critica e per opprimere le minoranza».