Nuovi poteri di guerra contro lo Stato Islamico. Questa la richiesta fatta al Congresso dal presidente Usa, Barack Obama. Il testo è stato inviato stamane al Parlamento, un giorno dopo la conferma dell’uccisione da parte dei terroristi della volontaria americana Kayla Mueller.
Qualora il Congresso accettasse la richiesta del presidente, gli Stati Uniti dichiarerebbero formalmente guerra allo Stato Islamico, una lotta che però dovrà seguire determinate clausole: l’autorizzazione avrà una durata limitata a tre anni di tempo, dovrà quindi essere rinnovata nel 2018, sempre se lo Stato guidato da al-Baghdadi dovesse essere ancora attivo. Escluso anche un impegno delle truppe di terra a tempo indeterminato, con l’unica eccezione per i 3 mila uomini già impiegati sul territorio, esentati da questa indicazione insieme alle truppe speciali autorizzate a intervenire in combattimento. A confermare il contenuto della richiesta è stato lo stesso Obama in un intervento alla Casa Bianca: «Non sto chiedendo di aprire una nuova guerra sul campo come in Afghanistan o in Iraq. Nella risoluzione che ho presentato al Congresso – ha proseguito il presidente – non si chiede il dispiegamento di truppe da combattimento in Siria e in Iraq. Questo non è necessario per sconfiggere l’Isis. All’invio di truppe si ricorre solo se è assolutamente necessario».
La mossa del presidente, premio Nobel per la Pace nel 2009, esprime la chiara volontà di andare incontro a quei democratici che non vogliono un nuovo coinvolgimento americano in un conflitto dalla durata e dagli sviluppi imprevedibili, ma anche di rispondere ai repubblicani che spingono per un’azione più decisa. Il capo della Casa Bianca aveva già l’autorizzazione legale a utilizzare la forza, in base alla concessione che il Congresso aveva già dato al suo predecessore, George Bush, subito dopo gli attentati dell’11 settembre 2001. La legge approvata allora, infatti, dava al presidente la possibilità di combattere i terroristi ovunque lo ritenesse necessario, a tempo indeterminato, con qualunque mezzo. La richiesta di Obama, tra le altre cose, farebbe decadere queste disposizioni, che sono le stesse che permisero a Bush di intervenire in Afghanistan e di invadere l’Iraq.
Tuttavia, ha scritto il New York Times, la discussione potrebbe durare mesi prima di arrivare al voto e diversi ostacoli potrebbero arrivare dai democratici, che temono il linguaggio troppo generico del testo, in particolare l’espressione secondo cui l’autorizzazione non consente «operazioni offensive di combattimento a terra durature», che a detta di alcuni lascia troppo spazio alle interpretazioni.
Renato Paone