L’America lancia un appello all’Europa: serve di più. Il pensiero del presidente Barack Obama arriva tramite le parole del portavoce della Casa Bianca Jay Carney: «I mercati restano scettici sul fatto che le misure prese finora siano sufficienti per garantire una ripresa in Europa e per rimuovere il rischio che la crisi si aggravi. Così, naturalmente noi crediamo che altri passi debbano essere fatti – e continua- Siamo pronti a compiere tutti i passi necessari per isolare l’economia americana dall’impatto negativo della crisi in eurozona». Obama ricorda come Bush, dopo il caso del crack Lehman, riuscì a trovare una soluzione al problema delle banche americane: grazie ad una ri-capitalizzazione degli istituti di credito con il Fondo Paulson, di 600.000 miliardi di dollari, i mercati americani riuscirono a rialzarsi nonostante i sacrifici. E ora il sistema creditizio d’oltre oceano è molto più stabile di quello del vecchio continente. Una soluzione simile dovrebbe essere presa in considerazione dagli europei: gli interventi pubblici devono essere di natura transitoria, finché, dice ancora Obama, le banche più deboli non vengano incorporate da una “bad bank”.
Ma la voce di Obama non è l’unica ad alzarsi sul tema della crisi finanziaria. Anche il ministro delle Finanza del Canada, Jim Flaherty, commenta: Il problema numero uno oggi sono le banche europee, la loro debolezza,, la loro mancanza di capitali, e il fatto che le nazioni dell’euro non hanno affrontato questo problema in maniera adeguata».
C’è poi chi si appella al mercato tedesco, invocandola Merkel, come il Brasile: «Quei paesi europei che se lo possono permettere devono stimolare la ripresa con manovre di spesa pubblica». Ma anche in oriente non stanno a guardare.La Cinaprepara la sua pubblica amministrazione a una possibile uscita dall’euro della Grecia.
Ad aggravare la situazione nell’eurozona arriva la crisi delle banche spagnole. Nella giornata odierna i leader del G7, s’incontreranno in una teleconferenza, per studiare nuove strategie di risa- mento per la crisi iberica.