Non è bastata, ieri, l’audizione del presidente Anac davanti alla Commissione lavori pubblici del Senato, che ha messo nero su bianco tutte le mancanze e reticenze dei concessionari Aspi nel crollo del Ponte Morandi di Genova. La nuova struttura sarà affidata un’altra volta ad Autostrade. È bufera tra gli schieramenti politici. Ma la ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli ha confermato di aver scritto al sindaco di Genova Marco Bucci per indicare che il nuovo ponte Morandi sarà gestito dallo stesso concessionario Aspi, anche se ora è soggetto all’ultima fase del percorso di revoca.
Il Movimento 5 Stelle attacca con Vito Crimi: “Il ponte di Genova non deve essere riconsegnato nelle mani dei Benetton, non possiamo permetterlo. Questi irresponsabili devono ancora rendere conto di quanto è successo e non dovrebbero più gestire le autostrade italiane. Su questo il Movimento 5 stelle non arretra di un millimetro”. Mentre il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede sollecita: “Sulla concessione delle autostrade il governo ha lavorato senza sosta. Dopo aver raggiunto un risultato importantissimo, con il nuovo ponte Morandi costruito in meno di due anni, adesso è arrivato il momento di decidere, possibilmente entro questa settimana”.
Matteo Salvini si scatena su Twitter: “Confermata la concessione ad Autostrade? Cosa non si fa per salvare la poltrona, 5 Stelle ridicoli e bugiardi, due anni di menzogne e tempo perso: #colpadisalvini anche questo?”
Anche il presidente della Liguria Giovanni Toti è critico: “Due anni di latrati, ringhi, stridore di denti, tintinnare di manette e minacce hanno prodotto quello che si immaginava fin dall’inizio, cioè il fatto che la concessione autostradale è ancora lì, gli investimenti non sono stati effettuati, i controlli sono partiti in ritardo e il ponte viene restituito a chi ha ancora la concessione nonostante i vaniloqui del governo”.
Precisa qualche ora dopo sui social: “Vedete, il vero problema non è il ponte. Sarà sicuro, bellissimo e costruito con le più moderne tecnologie da straordinari professionisti e imprese italiane. Dunque, chiunque lo gestisca, alla fine, non farà la differenza. La differenza, e molta, è fatta dai due anni di bugie, di retorica inconcludente, di proclami, grida manzoniane, come tali mai applicate, dichiarazioni sanguinolente, il gusto di sostituirsi ai giudici nel decretare la verità. E intanto per la tragedia del Morandi e per le sue 43 vittime nessuno ancora ha pagato”.
Qui si inserisce Egle Possetti,presidente del Comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi: “Chiediamo la revoca della concessione e vorremmo avere notizie dal governo prima che ci sia la commemorazione del 14 agosto. Non è accettabile che dopo due anni non si sia ancora definita questa questione”.
“La scelta giusta sarebbe stata revocare la concessione ad Autostrade il giorno dopo la caduta del ponte. Capisco che tecnicamente forse non era fattibile”, aggiunge Possetti, che il 14 agosto del 2018 nel crollo del Morandi ha perso sorella e cognato, assieme ai loro due figli. “Ora, dopo che è stato fatto un ponte in condizioni di emergenza bypassando tutte le condizioni ordinarie per fare in fretta – chiede quindi Possetti – cosa facevamo, lo lasciavamo chiuso? Lo lasciavamo lì senza che ci fosse nessuno a gestirlo o due gestori diversi, magari con un casello in mezzo? Già prima doveva esser stato affidato tutto a qualcun altro, che sarebbe stata la scelta migliore”.