Nel primo pomeriggio il premier Giuseppe Conte e il ministro della Salute Roberto Speranza incontreranno i capigruppo della maggioranza per fare il punto sul nuovo dpcm. Il decreto, in vigore da giovedì 4 dicembre, detterà le misure per il contrasto al contagio in vista delle prossime festività natalizie.
L’ipotesi più verosimile, riporta il Corriere della Sera, è che nel governo prevalga il pressing dei “rigoristi”, e che si scelga di blindare l’Italia “per evitare di ripetere a Natale gli assembramenti di Ferragosto”. Si prevede anche una stretta più intransigente sugli spostamenti durante la settimana di Natale, da allargare, con pochi allentamenti, a tutto il periodo tra il 20 dicembre e il 10 di gennaio. Tra le altre misure, si prevede la proroga della didattica a distanza fino a gennaio, del coprifuoco dalle 22 alle 6 e festeggiamenti comuni riservati solo ai conviventi.
In mattinata anche il summit in videoconferenza tra Francesco Boccia, ministro per gli Affari regionali e i governatori delle Regioni, che chiedono “buon senso ed equilibrio” nelle scelte. Il principio cardine, che vede tutti d’accordo, è quello di vigilare sul divieto di assembramento, ma Giovanni Toti, presidente della Liguria, ha ipotizzato, in una intervista a La Stampa, una “zona bianca” di mediazione, con più aperture dove il contagio lo consenta. Tra i nodi ancora da risolvere per il dpcm di dicembre ci sono la possibilità di tenere chiusi gli alberghi di montagna e le piste da scii, e il divieto assoluto di muoversi tra le Regioni sotto Natale.
Intanto, con una seduta straordinaria, oggi la Conferenza episcopale italiana mette un punto sulla questione delle messe di Natale e ribadisce l’intesa con il governo. “Con prudenza e cura – ha affermato mons. Mario Meini, pro-presidente della Conferenza – è possibile celebrare in sicurezza e nella piena osservanza delle norme”.