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HomePolitica Nuovo decreto del governo: aumentano pene e multe, più potere alle Regioni

Nuovo decreto del governo
aumentano pene e multe
più potere alle Regioni

Fino a 5 anni per chi esce se positivo

smentito lo stop fino al 31 luglio

di Massimiliano Cassano25 Marzo 2020
25 Marzo 2020

epa08319808 A handout photo made available by the Press office Palazzo Chigi shows Italian Prime Minister Giuseppe Conte attend a press conference at Palazzo Chigi, Rome, Italy, 24 March 2020. Conte spoke about the lockdown measures in force in Italy due to the COVID-19 coronavirus pandemic. Countries around the world are taking increased measures to stem the widespread of the SARS-CoV-2 coronavirus which causes the Covid-19 disease. EPA/Filippo Attili / Press office Palazzo chigi HANDOUT HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES

Multe fino a 3 mila euro per chi aggira le misure che limitano la diffusione del Covid-19 e una pena massima di cinque anni per chi da positivo al virus viola la quarantena. Sono solo alcune delle misure contenute nell’ultimo decreto varato ieri dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. In un discorso tenuto in streaming, con la possibilità per i giornalisti di fare le domande in diretta su Skype, il premier ha illustrato i nuovi provvedimenti presi dal governo, più stringenti rispetto a quelli dell’ultimo decreto.

Per quanto riguarda le sanzioni, come già detto c’è un inasprimento delle multe per chi viene colto fuori casa e non è in grado di fornire una motivazione adeguata. La pena per chi, da positivo, viola la quarantena è innalzata da 2 a 5 anni perché si incorre in un reato contro la salute pubblica, provocando il diffondersi dell’epidemia. Non è prevista, invece, la confisca di auto, moto e veicoli.

Per evitare ulteriori conflitti con le regioni, il governo ha deciso di lasciare la possibilità ai governatori di adottare autonomamente o in via di urgenza per igiene sanitaria misure più restrittive, valide ed efficaci per sette giorni, entro i quali devono essere confermate con Dpcm. “Per specifiche situazioni sopravvenute di aggravamento del rischio sanitario – si legge nel testo – i presidenti delle regioni possono emanare ordinanze con ulteriori restrizioni, esclusivamente negli ambiti di propria competenza”. Lo stesso vale per le ordinanze dei sindaci rispetto al presidente della regione o al presidente del Consiglio dei ministri che deve confermarle entro sette giorni con decreto. Le ordinanze locali emesse prima dell’approvazione del decreto restano in vigore ancora per 10 giorni.

Le altre limitazioni restano pressoché invariate: chiusura al pubblico di strade urbane, parchi, aree gioco, ville e giardini pubblici o altri spazi pubblici, divieto di allontanamento e di ingresso in territori comunali, stop a riunioni o assembramenti in luoghi pubblici, sospensione delle cerimonie civili e religiose, sospensione di eventi e competizioni sportive di ogni ordine e disciplina.

Nella mattinata di ieri si era diffusa la notizia che il decreto contenesse l’eventualità di estendere le limitazioni fino al 31 luglio. Conte ha smentito, precisando che a protrarsi fino a quella data è “lo stato di emergenza generale” del Paese, ma che ciò non implichi la necessità di conservare le restrizioni fino a quel momento. “Siamo pronti ad allentare le misure in ogni momento, speriamo prestissimo”, ha aggiunto.

Il governo ha infine deciso di venire incontro alle opposizioni, consentendo al Parlamento di esaminare i testi dei decreti. Alla conferenza dei Capigruppo di Montecitorio è stato annunciato che la discussione sull’ultimo provvedimento partirà appunto dalla Camera dei deputati.

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