ROMA – Nuova ondata di attacchi hacker filo-russi a diversi siti italiani. Tra le piattaforme coinvolte, tra le altre, anche il ministero dei Trasporti, l’Atac, il sito del governo, della Camera dei Deputati e dei ministeri della Difesa e degli Esteri.
Gli attacchi, rivendicati dal collettivo russo noname a mezzo Telegram, hanno le stesse modalità di quelli che li hanno preceduti.
Secondo quanto spiega a Lumsanews Raffaele Croce, il direttore della sezione Financial Cybercrime della polizia di Stato, questi attacchi si definiscono tecnicamente “Ddos” (Distributed denial of service). “Mirano al danneggiamento”, spiega Croce, “non hanno un target diretto nell’apprensione dei dati dell’utenza, ma cercano di danneggiare l’infrastruttura, facendo in modo che questa collassi e non riesca, a livello di sito web, a far funzionare i propri servizi. Questo ha un riverbero – se il target dell’attacco è un erogatore o gestore di servizi pubblici essenziali – sulla regolarità del servizio. Talvolta riescono, per un periodo di tempo più o meno breve, a determinare un rallentamento – se non una temporanea interruzione – del servizio”.
La polizia postale, in questi casi, come spiega il vice questore Croce, interviene prontamente in “assistenza della piattaforma attaccata, mettendo in campo un impegno in tempo reale”. Al momento i siti web presi di mira stanno tenendo, anche perché, come evidenzia Croce, la polizia postale ormai conosce bene il collettivo e i suoi target operativi. Tuttavia è difficile prevedere quando e quanto frequentemente questi attacchi potranno ripetersi in futuro. “È una battaglia che va combattuta giorno per giorno” sottolinea Croce.
La procura di Roma, al momento, è in attesa dell’informativa da parte degli specialisti della Cnaipic della polizia postale, in relazione alla nuova ondata di attacchi informatici degli hacker filorussi. A seguito della ricezione, i pubblici ministeri, coordinati dal procuratore aggiunto Angeloantonio Racanelli, procederanno all’apertura di un fascicolo di indagine.
