ROMA – A poche ore di distanza dalla visita della premier Giorgia Meloni in Ucraina, l’Italia è di nuovo vittima di un attacco hacker. Mercoledì il collettivo di stampo filorusso NoName057 ha danneggiato i database dei principali siti istituzionali e pubblici italiani, tra cui quello del ministero degli Esteri, dell’Interno e della Difesa. Ore di down e di accessi negati anche per il sito della banca Bper e dei carabinieri.
Il gruppo russo, creato circa un anno fa, poco dopo l’inizio del conflitto, ha annunciato sui suoi canali Telegram di voler continuare “l’affascinante viaggio attraverso l’Italia russofoba”. La decisione di inviare nuove forniture militari all’Ucraina avrebbe suscitato l’ira del collettivo russo. L’attacco, definito dal ministro degli esteri Antonio Tajani come “una minaccia, un avvertimento”, è classificato come aggressione di tipo “Ddos”, un attacco piuttosto classico, che rende per qualche ora inutilizzabili gli indirizzi internet dei siti presi di mira, sovraccaricandoli di dati e traffico inutile, rendendo impossibile le visite degli utenti.
La Procura di Roma, intanto, ha aperto un fascicolo di indagine in relazione all’attacco hacker. A coordinare le indagini c’è il procuratore Francesco Lo Voi, insediatosi lo scorso gennaio, dopo essere stato capo della procura di Palermo. L’episodio è stato definito come “reato di accesso abusivo a sistema informatico”.
Pierluigi Paganini, fondatore dell’azienda Cybaze SpA, tra le principali realtà italiane in cyber security, ha ribadito che “si tratta dell’ennesima operazione condotta da gruppi pro-Russia contro aziende ed organizzazioni di Paesi che esprimono supporto all’Ucraina. Il modus operandi è il medesimo: queste formazioni condividono liste di siti da colpire con attacchi Ddos che saturandone le risorse li rendono irraggiungibili”. Paganini ha aggiunto anche che “si tratta di gruppi criminali ed attivisti che a vario titolo operano in supporto di Mosca. In taluni casi sono dimostrati legami proprio con l’intelligence militare russa”.