Si è ripreso a sparare nel Donbass. Nelle ultime 24 ore, infatti, negli scontri sono stati uccisi tre soldati dell’esercito ucraino e altri 20 sono rimasti feriti. Lo ha annunciato lo hanno dichiarato le truppe di Kiev. Gli scontri sono avvenuti nella zona industriale di Avdiivka, motore economico della regione. Mentre i separatisti dell’autoproclamata repubblica popolare di Donetsk hanno riportato la notizia della morte di quattro miliziani e il ferimento di altri sette volontari.
Intanto, nella notte italiana, un bombardamento delle forze armate ucraine ha interrotto le forniture di energia elettrica alla miniera Zasiadko, sempre nella regione più ad est dell’Ucraina. In seguito al blackout sarebbero rimasti nelle gallerie della miniera 207 minatori: lo ha sostenuto un portavoce del Ministro della Difesa dell’autoproclamata repubblica popolare, aggiungendo anche che, nell’ore immediatamente successive al bombardamento, i soccorsi hanno riportato in superficie 92 dei 207 minatori rimasti bloccati. Il presidente ucraino Petro Poroshenko ha interrotto ieri sera la sua visita ufficiale a Berlino anticipando il ritorno in patria a causa dei “bombardamenti su Avdiivka”, che “hanno portato a una situazione di emergenza che rasenta il disastro umanitario”.
Lo scontro avviene l’indomani della scelta del governo ucraino di denunciare davanti alla Corte internazionale di Giustizia il governo Putin. Kiev sostiene che la Russia stia finanziando il terrorismo “fornendo armi e altri tipi di aiuti” ai separatisti del Donbass e di “una campagna di discriminazione delle comunità non russe che abitano nel territorio occupato della penisola di Crimea, in particolare delle comunità dei tatari di Crimea e di quelle ucraine: lo fa sapere il ministero degli Esteri di Kiev. La risposta di Lavrov non si è fatta attendere: Il ministero degli esteri russo, infatti, ha accusato l’Ucraina di perseguire interessi politici. Mentre proseguono le operazioni di recupero si guarda con paura agli scontri delle ultime ore. Assomigliano ad una escalation di violenze che potrebbe nuovamente insanguinare l’Ucraina, da sempre sospesa tra oriente e occidente.