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Ecatombe a Lampedusa, barcone in fiamme: 127 i morti, 250 i dispersi. Il Papa: “Una vergogna”. I superstiti: “I pescherecci non ci hanno soccorso”. Oggi lutto nazionale

di Alessandro Filippelli03 Ottobre 2013
03 Ottobre 2013

E’ una tragedia senza precedenti ma è un copione già visto. A largo dell’Isola dei Conigli, a Lampedusa, un barcone con a bordo centinaia di migranti è naufragato a poche miglia dalla costa. Sono 127 i cadaveri recuperati, oltre 250 i dispersi. Ma è un bilancio provvisorio, destinato a salire. I sub hanno individuato numerosi corpi, soprattutto di donne e bambini sotto il relitto, inghiottito dalle acque, tra la poppa e la prua.
L’hangar della morte. I corpi vengono adagiati sulla banchina del porto, trasformato in una camera mortuaria a cielo aperto. Dal pontile una staffetta di ambulanze con la sirena accesa precedute dalle gazzelle dei carabinieri ha portato i corpi nel enorme edificio blu dell’aeroporto che normalmente ospita gli elicotteri della Finanza e del 118. Sono stati portati lì anche due bimbi, un maschio e una femmina, di tre e due anni. L’hangar della morte è un capannone 40 per 40 alla fine della pista dell’aeroporto di Lampedusa, dove sono state deposte le 103 vittime finora recuperate. Sopra ogni sacco è spillato un numero che servirà alla polizia scientifica per dare un nome ai migranti deceduti. I poliziotti hanno fotografato i volti di tutte le persone morte.
Un incendio a bordo. Il barcone sarebbe partito dalla Libia circa 12 ore prima della tragedia. Sono in gran parte eritrei e somali i migranti tratti in salvo. Si tratta dunque di profughi provenienti da paesi dell’Africa sub sahariana. Per farsi notare dall’isola i migranti hanno dato fuoco a una coperta: questa, secondo quanto riferito dai carabinieri, potrebbe essere stata la causa dell’incendio che si è sviluppato sul barcone. Uno dei presunti scafisti del barcone è stato fermato dalla polizia. È un giovane tunisino che era stato raccolto tra i superstiti. Sarebbe stato riconosciuto da un gruppo di migranti. La Procura della Repubblica di Agrigento ha aperto un’inchiesta sul naufragio. Il fascicolo è stato istruito dal sostituto procuratore Andrea Maggioni. La procura, oltre al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, ipotizza anche il reato di omicidio plurimo.
“Una tragedia immane, non sappiamo più dove mettere i corpi”, ha detto il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini. “Vorrei che qui ci fossero le telecamere – ha aggiunto – per documentare quanto accade. I migranti a bordo dell’imbarcazione – ha spiegato il sindaco – non riuscivano a chiamare i soccorsi con i telefonini. Così hanno cercato di accendere dei fuochi a bordo, per farsi vedere. Ma c’era una perdita di carburante e la barca è andata a fuoco. Poi, è bastato poco per farla ribaltare”. Inoltre, secondo i racconti dei superstiti, tre motopesca sono passati e sono andati avanti senza aiutarli. “L’Italia ha normative disumane – ha aggiunto il sindaco lampedusano – i tre pescherecci sono andati via dal luogo della tragedia perché il nostro Paese ha processato i pescatori che hanno salvato vite umane per favoreggiamento all’immigrazione clandestina». «Il governo – ha dichiarato Nicolini – deve cancellare subito questo reato».
I precedenti. Lunedì 30 settembre tredici migranti erano morti annegati a Scicli, nel ragusano, nel tentativo di raggiungere la costa. Altre sei vittime, il 10 agosto scorso, sulla spiaggia del lungomare della Plaia di Catania, annegate, anche loro, nel tentativo di raggiungere la riva.
Le reazioni. Di fronte “alle numerose vittime dell’ennesimo tragico naufragio avvenuto al largo di Lampedusa mi viene la parola vergogna!”: è il commento del Papa durante l’udienza di ieri in Vaticano. Appena giunta la notizia, Papa Bergoglio aveva già espresso il suo profondo dolore in un tweet: “Preghiamo Dio per le vittime del tragico naufragio a largo di Lampedusa”.
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha invece invocato il presidio delle frontiere per «stroncare il traffico criminale di esseri umani». «Sono indispensabili – ha detto il capo dello Stato – presidi adeguati lungo le coste da cui partono questi viaggi di disperazione e di morte».
Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha raggiunto Lampedusa ieri pomeriggio e ha reso omaggio alle vittime: «Ho visto i corpi, una scena raccapricciante, una scena che offende l’Occidente e l’Europa. Spero che la divina provvidenza abbia voluto questa tragedia per far aprire gli occhi all’Europa» ha detto uscendo dal Poliambulatorio di Lampedusa.
La Lega punta il dito: “La responsabilità morale della strage che sta avvenendo nelle acque di Lampedusa è tutta della coppia Boldrini-Kyenge. Continuando a diffondere senza filtri messaggi di accoglienza si otterrà la sola conseguenza di mietere più vittime di una guerra. Tanto la Boldrini quanto la Kyenge hanno sulla coscienza tutti i clandestini morti in questi ultimi mesi». Lo ha dichiara Gianluca Pini, vicepresidente del Gruppo Lega Nord a Montecitorio.
Proclamato per oggi una giornata di lutto nazionale. Nelle scuole di ogni ordine e grado sarà osservato un minuto di silenzio.

Alessandro Filippelli

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