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Notte di fiamme in Val di Susa, incendiate bidoniere. Continuano i sabotaggi alle imprese.

di Alessandra Pepe09 Settembre 2013
09 Settembre 2013

notavNuovo atto di sabotaggio ai danni di un’impresa nel cantiere Tav di Chiomonte, in Val di Susa, proprio a poche ore dall’incontro in Prefettura a Torino tra il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, e una delegazione degli imprenditori coinvolti nella zona, preoccupati per i lavori nel cantiere dell’alta velocità.
Nella notte sono state incendiate cinque betoniere, due camion e una gru della Imprebeton di Salbertrand, una ditta storica della Valsusa, specializzata in calcestruzzi, facente parte della Itinera, già colpita in passato. Con molta probabilità si tratta di un incendio doloso e a causa della pericolosità della situazione -le fiamme hanno toccato in parte anche un’area dove si trovava un deposito di gasolio- si è deciso di chiudere l’autostrada A32 Torino-Bardonecchia in direzione del capoluogo piementose. Grazie al tempestivo intervento dei vigili si sono potute circoscrivere le fiamme ed evitare un incendio di vaste dimensioni.
Le reazioni dei politici. Il ministro Lupi poche ore prima aveva garantito il sostegno dello Stato agli imprenditori valsusini, facendo riferimento alle aziende minacciate e boicottate perché partecipanti alla gara pubblica per la costruzione dell’infrastruttura. «Siamo di fronte ad una situazione nuova e preoccupante e il dovere del governo è quello di passare dalle parole ai fatti – ha affermato Lupi – E lo Stato vuole essere al loro fianco perchè non possono ritirarsi».
Anche il presidente del Gruppo regionale della Lega Nord Mario Carossa in una nota ha commentato la vicenda: «La magistratura e le forze dell’ordine agiscano in modo ferreo trattando i No Tav per quello che sono: un’associazione sovversiva con finalità terroristiche che come tale va combattuta. Il mio timore vero – ha aggiunto Carossa – è che dall’incendio delle betoniere e di un’officina a cui ci scappi il morto ormai il passo possa essere breve». Il senatore Stefano Esposito (Pd), che aveva accompagnato il ministro nella visita Torino, ha definito l’incidente «questo è un avvertimento di stampo mafioso, non saprei come definirlo altrimenti. E’ la mafia che usa questi sistemi di intimidazione. E contro questi sistemi non si può che reagire con la massima durezza. Gli intellettuali, come Erri De Luca, che tessono pubblicamente le lodi dei sabotaggi sono i mandanti morali degli attentati di queste settimane e come tali andrebbero perseguiti».
La confessione dello scrittore napoletano. «Un intellettuale deve essere coerente e mettere in pratica ciò che sostiene. Per questo anch’io ho partecipato a forme di sabotaggio in val di Susa». Dichiarazione che ha suscitato polemiche e che De Luca ha cercato di motivare spiegando «credo che la scrittura non sia sufficiente a esaurire il mio impegno civile. Ecco, l’impegno e la responsabilità dell’intellettuale è: occuparsi della libertà di parola per tutti». Di simil parere anche l’attore e drammaturgo Ascanio Celestini che considera i sabotaggi No Tav  poca cosa in confronto alla distruzione di una montagna, e  basterebbe una visita ai cantieri dell’alta velocità per comprendere che «persino i militari e le forze dell’ordine non vedono l’ora di tornare a casa». E riguardo agli gli incendi alle aziende, attribuite dagli inquirenti alle frange dure del movimento No Tav Celestini continua «Non c’è confronto tra il danno causato a un cappanone e il danno di una montagna distrutta. E comunque verificherei le reali responsabilità».

di Alessandra Pepe

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