Doveva essere un successo e lo è stato. Oltre 200mila visitatori hanno invaso i 90 spazi culturali messi a disposizione dalla Capitale nella Notte dei Musei.
L’iniziativa, nata nel 2005, coinvolge 40 paesi europei e comporta l’apertura al pubblico di tutti i musei, le gallerie e i siti archeologici, ad un prezzo fortemente scontato: solo un euro a biglietto.
E cosa non si è disposti a fare pur di risparmiare qualche soldo. Nella capitale le file raggiungevano anche i 300 metri, le attese erano di ore. Gli avventori più entusiasti, che avevano stilato un elenco utopistico di numerose tappe da raggiungere, hanno dovuto rivedere completamente i loro piani, rassegnandosi a ridurre drasticamente la lista. E così la notte dei musei è diventata la notte delle file. Il cordone di persone, in attesa di entrare a Palazzo Cipolla per la mostra di Andy Warhol, percorreva quasi per intero via del Corso. Sin davanti l’entrata del Vittoriano arrivava la fila per il Palazzo dell’Esposizioni, che ospitava la rassegna su Pasolini.
E i due esempi citati non occupano neanche il podio dei luoghi più visitati nella notte di sabato. Nella classifica in testa i Musei Capitolini, con 8600 visite. A seguire la Pelanda (7500), i Mercati di Traiano (7300) e l’Ara Pacis, che ha intrattenuto i suoi oltre 4mila ospiti con un concerto dal vivo di violino.
Torna a far parlare di sé il Colosseo. Esaurita la diatriba dei giorni scorsi in merito alla sua partecipazione o meno alla Notte – incerta sino all’ultimo causa mancanza personale – alcuni non hanno apprezzato il fatto che l’accesso fosse stato limitato solo a tremila persone, che avevano provveduto preventivamente a prenotare il biglietto.
Tra delusioni ed entusiasmi l’evento ha animato la notte romana, facendo ben sperare sulla brama culturale degli abitanti capitolini.
Silvia Renda
