La Corea del Nord ha condotto sabato mattina un test balistico su missili a medio raggio capaci di trasportare una testata nucleare. Il leader nordcoreano Kim Jong-un ha rivendicato il successo del test. Il vicino Giappone è preoccupato e gli Stati Uniti si sono schierati in sua difesa. L’Onu, allarmato, prepara una conferenza di emergenza.
La data scelta non è casuale. Questo è il primo test missilistico coreano da quando Donald Trump è alla Casa Bianca. Il lancio è stato interpretato come la prima mossa di Pyongyang per tastare la nuova amministrazione statunitense. La notizia del test è stata diffusa infatti mentre il premier nipponico Shinzo Abe si trovava negli Stati Uniti per incontrare l’alleato Donald Trump. «Assolutamente intollerabile» ha commentato a caldo il premier giapponese Abe in una dichiarazione congiunta col presidente americano. «Voglio che tutti capiscano e sappiano che gli Stati Uniti sono al 100% al fianco del Giappone, un grande alleato» è stato l’appoggio di Trump.
Giappone, Stati Uniti e Corea del sud hanno chiesto l’intervento immediato delle Nazioni Unite. La riunione urgente del consiglio di sicurezza dell’Onu dovrebbe tenersi questa mattina a New York. La Farnesina ha espresso ieri in una nota la sua preoccupazione: «I ripetuti test di missili, unitamente allo sviluppo di un arsenale nucleare, costituiscono una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale». Questa mattina hanno espresso preoccupazione anche Russia e Cina.
Subito dopo il test il leader nord coreano Kim Jong-un era apparso sorridente insieme allo Stato maggiore dell’esercito. Il missile era stato lanciato sabato mattina dalla base aerea di Banghyon, a nord della captale Pyongyang. Secondo il regime il nuovo missile ha raggiunto l’altitudine di 550 chilometri e ne ha percorso altrettanti prima di cadere nel mar del Giappone. Il razzo è stato battezzato Pukguksong-2. Probabilmente è un modello Rodong, può trasportare armi nucleari e ha una gittata di 1.500 chilometri, dunque è in grado di colpire Corea del Sud e Giappone.