VENEZIA – La sezione Orizzonti di Venezia 81 non poteva compiere scelta migliore, che quella di iniziare con il film “Nonostante”. Un lungometraggio del regista e attore italiano Valerio Mastandrea. Racconta la storia di un uomo che passa le sue giornate in un ospedale. Quest’uomo, interpretato dallo stesso Mastandrea, però ha una particolarità: è in coma e mentre il suo corpo giace in un letto ospedaliero, la sua essenza vaga nella clinica interagendo con altri pazienti che si trovano nella sua stessa condizione. Il protagonista, però, a differenza degli altri malati, trova serenità in quella sorta di limbo. Una routine che lo fa sentire protetto e libero senza nessuna responsabilità e preoccupazione.
Una vita quindi abitudinaria e tranquilla che viene stravolta, però, dall’arrivo di una nuova paziente, interpretata da Dolores Fonzi. Donna ribelle e impaziente che non accetta nulla di quella condizione, soprattutto le regole non scritte a cui si deve attenere un malato. Un vero vulcano che lo “contagerà” e lo costringerà a confrontarsi con emozioni a lui sconosciute. Un amore viscerale e autentico che gli farà dire “Non voglio salire, non voglio scendere, voglio stare qui con te”.
Un amore tenero, liceale e puro, esaltato anche dalla scelta musicale di usare in una scena del film il brano Reality, colonna sonora del film “Il tempo delle mele”. Proprio le scelte musicali sono il valore aggiunto di questo lungometraggio. Sono in grado di trasmettere quello che le parole alcune volte non riescono a comunicare. Amandote di Jaime Roos e If I Be Wrong di Wolf Larsen rispettivamente aprono e chiudono un film che ha saputo, con un finale straziante, strappare una lacrima. Non era per niente facile riuscire a emozionare avendo girato quasi tutto il film all’interno di un ospedale, ma grazie alla maestria del cast e alla qualità dei dialoghi, il risultato è stato più che convincente.
Un altro tema che viene toccato dal regista è il dolore autentico e lacerante che riguarda la paura della morte propria e delle persone amate e soprattutto il terrore e l’angoscia di andarsene senza alcuno accanto. La morte e il lutto sono i tratti distintivi del regista Mastandrea che sei anni fa aveva esordito come regista con il film “Ride”. Un lungometraggio che racconta la perdita di una persona cara a causa di un incidente sul lavoro. La pellicola si concentrava sul dolore di una donna, Carolina, che deve affrontare la morte del marito e il lutto insieme al figlio. Voto 8.5