È stato un sabato di guerriglia a Fuorigrotta, nei pressi dello stadio San Paolo, a Napoli. Una guerriglia annunciata, a cui le istituzioni non sono state in grado di reagire.
Sabato pomeriggio era previsto un intervento dal palco della Mostra d’Oltremare del segretario della Lega Matteo Salvini. Il leader milanese nel passato era stato protagonista di un video in cui era intento a intonare cori da stadio anti Napoli. Esternazioni non dimenticate da una grande fetta dell’elettorato partenopeo che, una volta essere venuto a conoscenza del programma della kermesse, si è immediatamente mobilitato contro l’intervento. Ne è nata una telenovela: prima viene negata la sala a Salvini a causa della paura di possibili scontri tra manifestanti e polizia. Poi, dopo l’intervento del ministro dell’interno Minniti, il palco viene riconsegnata alla platea leghista per l’intervento del segretario. Mentre nella struttura fieristica interveniva Salvini, per le strade infuriavano le proteste con lanci di petardi e vetrine spaccate. Una sconfitta per tutti.
Il naturale processo, scattato alla fine della giornata di sabato, ha visto nel ruolo dell’imputato il sindaco della città De Magistris che si era schierato con la piazza: “Non abbiamo mai vietato a nessuno di parlar –si difende l’ex magistrato- Non raccontate bugie. Ieri si è tenuto un bellissimo corteo pacifico. Alla fine del corteo è accaduto – per responsabilità di pochi – quello che si temeva e si prevedeva. E forse qualcuno voleva”. La staffilata al sindaco partenopeo è giunta anche dal Lingotto: “Non sto con i violenti, mai” tuona l’ex premier Renzi Quando un Sindaco si schiera con chi sfascia la città per non far parlare qualcuno quella non è una cosa da Pd” e incalza: “Un parlamentare che chiede di parlare lo deve fare. Anche se si chiama Salvini”. Anche Fratelli di Italia con Meloni punta il dito contro il sindaco e spera che il primo cittadino possa “pagare di tasca propria e non a spese dei napoletani”.
Solo Sinistra Italiana e il candidato alla segreteria del Partito Democratico, Michele Emiliano, si schierano con De Magistris: Salvini conosce il meccanismo, afferma l’ex magistrato barese, lo innesca, lo fa detonare e poi finge di essere la vittima”. “Il sindaco di Napoli con lungimiranza aveva capito e denunciato il carattere provocatorio della presenza leghista e il rischio di tensioni nella città” afferma Paolo Cento di SI.