Mentre l’assalto alla gioielleria milanese in via della Spiga, portato a segno da una banda di malviventi tra spranghe e molotov, campeggia sulle prime pagine dei giornali, scorrendo tra gli archivi delle testate locali si incappa in una lunga serie di episodi minori, ma che mettono in luce destrezza e scaltrezza dei rapinatori di oggi. Anche lo scippo è un’arte e, tra nuove tecniche e grandi classici sempre in auge, in tempi di crisi la criminalità s’ingegna e prospera.
Attenti al Rolex. Il trucco è vecchio e collaudato: un primo scooter sfiora l’auto e sposta lo specchietto; poco dopo, quando il conducente sporge il braccio fuori dal finestrino per sistemarlo, gli viene sfilato l’orologio da un secondo motorino che sopraggiunge.
Una banda di malviventi di Napoli, arrestati la scorsa settimana dalla Squadra mobile di Milano, facevano la spola con il capoluogo lombardo e, con questa tecnica, riuscivano a riportare a casa, ogni settimana, svariate decine di orologi preziosi. Sempre a Milano, in pieno centro, zona Corso Como, la settimana scorsa un ragazzo è stato derubato del suo prezioso orologio, con un trucchetto semplice sulla carta ma che richiede abilità da prestigiatori. Fuori da un locale, mentre il giovane parlava al cellulare è stato avvicinato da un gruppetto che gli ha chiesto una sigaretta. Tempo di porgere il pacchetto ed il gioco è fatto: oltre ad una bionda, il trio gli aveva portato via anche il Rolex Daytona da 18 mila euro.
Turista per caso…e per bottino. Ed è di pochi giorni fa la denuncia, apparsa sulle pagine del Corriere della Sera, da parte delle guide turistiche della capitale, che si sono dichiarate vittime di un vero e proprio racket dei borseggiatori. I ladri si camuffano da viaggiatori stranieri, fingono stupore con la testa girata all’insù per guardare Sibille e Profeti dipinti da Michelangelo nella Cappella Sistina, ma nel frattempo allungano le mani nella borsa della guida di turno o dei turisti del gruppo. La novità è che i ladri sarebbero oggi organizzati in vere e proprie bande: non si tratta più del singolo borseggiatore, c’è un racket con regole precise. “Tant’è che una delle signore derubate nel mio gruppo – dice una guida turistica che lavora ai Musei Vaticani – pur avendo bloccato la carta di credito entro 20 minuti, ha scoperto che i ladri avevano già speso mille euro. Probabilmente c’è un negoziante accondiscendente nei dintorni”.
Appuntamento col ladro via Facebook. Due minorenni romane erano invece la testa di ponte e la mente di un’organizzazione criminale specializzata in furti d’appartamento, sgominata dai Carabinieri la scorsa settimana. E la strategia messa a punto dalle giovani studentesse passava per Facebook e finiva immortalata sui loro cellulari. Facevano amicizia con alcuni coetanei sul social network, poi si facevano invitare a casa dalla vittima prescelta. Una volta ricevute, una di loro si nascondeva nell’appartamento dopo aver finto di doversi allontanare. Poi, con il pretesto di una passeggiata, la seconda ragazza usciva con il proprietario di casa. La giovane rimasta sola all’interno, apriva poi ai suoi complici, che finivano l’opera portando via denaro e oggetti di pregio. La refurtiva veniva poi immortalata dai telefonini delle ragazze, eccitate dal loro “pomeriggio da brivido” ma poco consce delle conseguenze delle loro azioni.
Giulia Di Stefano