“Non è il videogioco ad aver causato la strage però comportamenti violenti ci influenzano”. Il criminologo Cosimo Sidoti esamina con LumsaNews la tragedia avvenuta a Paderno Dugnano.
Si può dare una spiegazione di quanto successo a Paderno Dugnano?
“Da criminologo ritengo interessante questa ricerca di una motivazione per ciò che è accaduto. Il fatto che non si stia trovando sembra quasi che stia un po’ destabilizzando tutti. Ritengo che non per forza sia necessaria una motivazione dietro un comportamento sociale anche di questa entità, anche se la natura umana ci porta a cercare l’origine di questo accaduto. Da un punto di vista relazionale invece parliamo di un giovane, che non sembra abbia testato un tipo di problematica che facesse pensare a quanto lui ha fatto”.
Il videogioco ha condizionato la reazione violenta del ragazzo?
“Non è associabile dal mio modo di vedere. Non è da pensare un’influenza del genere dal punto di vista deterministico causa effetto (io la vedo e la replico) ma è interessante come la violenza a cui noi siamo sottoposti (social etc) possa influenzarci inconsciamente a livello sociale”.
C’è una possibilità di reintegro del giovane in società?
“È molto difficile. La cosa fondamentale è levare questa etichetta che gli verrà messa addosso di criminale, psicopatico. Da un punto di vista sociale è complicato che questo avvenga. Bisognerebbe fare un piano riabilitativo ad hoc che gli permetta di continuare la scuola e finirla e integrarlo in società attraverso quello che lui vorrà fare. Studio, lavoro o quello che sia. Sarà inevitabile interagire con la popolazione”.
Come lavora un criminologo, quale è il suo metodo di lavoro?
“Nel lavoro sul campo adopero il metodo etnografico: mi pongo delle domande sul metodo criminale e realizzo osservazioni e interviste. Mi sono accorto con il tempo che non è rilevante porsi la domanda del perché un determinato individuo commette un comportamento ma è interessante vedere come questi si dispongono a livello sociale attraverso le varie relazioni individuali e l’esposizione”.