HomeCronaca “Non basta l’atto simbolico, la polarizzazione ferma la rivoluzione”

“Non bastano atti simbolici
la polarizzazione è ideologia
e ferma la vera rivoluzione”

Per il filosofo Gianfranco Pellegrino

la protesta deve convincere il cittadino

di Alberto Alessi23 Settembre 2024
23 Settembre 2024

Gianfranco Pellegrino è professore associato nel Dipartimento di Scienze politiche dell’Università Luiss “Guido Carli” di Roma. Si occupa di filosofia politica contemporanea, storia del pensiero politico ed etica ambientale.

In un suo commento su Domani ha definito gli attivisti di Ultima Generazione come “prigionieri di una logica di rivolta, più che di rivoluzione”. Può spiegare perché?

“Partivo da una distinzione di Furio Jesi, che si è occupato dello spartachismo tra rivolta e rivoluzione. La rivoluzione è un progetto teso a cambiare le cose, che può quindi anche adottare una tattica riformista, mentre la rivolta è la mera testimonianza estetica. Sono ideologicamente ambientalista e penso che il problema del cambiamento climatico sia la questione fondamentale del nostro tempo, ma siccome conosco i meccanismi causali del cambiamento climatico, che richiedono un mutamento dello stile di vita di miliardi di persone, ritengo che le proteste che finiscono per alienare le simpatie dei comuni cittadini siano inutili e anche controproducenti rispetto al loro obiettivo. Non è la lotta all’apartheid o contro le leggi Jim Crow negli Stati Uniti, qui si tratta di cambiare modelli economici e organizzazioni sociali, non bastano atti simbolici. C’è bisogno di un’opera di convincimento della politica nel senso tradizionale del termine, ovvero casa per casa”.

Gli attivisti sostengono che tramite il disturbo si ottiene l’attenzione dell’opinione pubblica e si crea polarizzazione

“Sono un filosofo politico e guardo ai dati. Cosa hanno prodotto in Italia con la loro azione? Nei due anni in cui hanno cominciato ad avere visibilità ho visto persone che hanno votato in massa per partiti anti-ambientalisti, ho visto crescere – seppur in modo limitato – il negazionismo climatico, ho visto un calo del gradimento dei partiti verdi che hanno candidato alcuni esponenti di Ultima Generazione alle elezioni europee. Gli ultimi disastri attribuibili al cambiamento climatico ci dimostrano con urgenza che non ci serve la polarizzazione del dibattito, c’è bisogno che la gente si convinca. La presidente del Consiglio ha affermato che il Green Deal è una forma di ambientalismo ideologico: parlare di ambientalismo in questi termini, definire ideologia cose comprovate dalla scienza, deriva anche dalla polarizzazione”.

L’introduzione nel ddl Sicurezza del reato di blocco stradale porterà Ultima Generazione a maturare strategie differenti?

“Per la filosofia politica, le azioni di Ultima Generazione possono essere intese come protesta o come disobbedienza civile. Quest’ultima si ha quando vìolo una legge che ritengo ingiusta per indurre i cittadini a riflettere su quella legge: è il caso di Marco Cappato, che infrange la legge sull’istigazione al suicidio e si fa processare per creare un dibattito. Gli esponenti di Ultima Generazione, invece, non violano le leggi sul clima. Da questo punto di vista l’inasprimento delle leggi non è rilevante, anzi, pur rendendo le cose più difficili per loro, aumenterà il loro potenziale di testimonianza. Detto tutto questo, secondo me questa legge è sbagliata per ragioni che hanno a che vedere con la democrazia e la manifestazione del pensiero, e non con la sicurezza. Bloccare il raccordo anulare di Roma non crea problemi di sicurezza – non è un omicidio, un assassino o un furto – ma di fastidio. Credo che  un vero problema per la sicurezza sia il fatto che in Emilia Romagna migliaia di persone abbiano dovuto lasciare la loro casa per l’alluvione, intaccando la struttura produttiva del nostro Paese, peraltro fragilissima”.

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