Strangolata dai dazi americani e alle prese con la diffusione di un virus che non accenna a fermarsi, l’Iran è allo stremo. Si contano oltre 25.000 contagi e quasi 2000 vittime, come ha reso noto oggi il portavoce del ministero della Sanità, Kianoush Jahanpourdopo. Dopo Cina e Italia, lo Stato con capitale Teheran è il terzo al mondo per numero di vittime. Ma ci sono dei dubbi sui numeri forniti dalle autorità sanitarie locali.
Il 10 marzo il New York Times ha pubblicato l’immagine satellitare di quella che, secondo il quotidiano, è una fossa comune scavata nei pressi della città santa di Qom. Pochi giorni dopo, Rick Brennan, direttore dell’ufficio regionale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), ha confermato che il numero di casi riportati dalle fonti ufficiali di Teheran “potrebbe essere soltanto un quinto di quelli reali”.
A peggiorare la situazione sono i dazi americani, entrati in vigore dopo che Trump è uscito dall’accordo nucleare siglato nel 2018. “Unilaterali, illegali e inumani”, li ha definiti il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, in una telefonata con il suo omologo italiano Luigi Di Maio.
Qual è la risposta americana? La scorsa settimana gli Stati Uniti hanno annunciato nuove sanzioni, che però non colpiranno gli aiuti umanitari. L’economia iraniana è vicina al collasso, anche perché non è in grado di reagire come le altre nazioni. “Non ci possiamo permettere di fermare l’economia e arrivare a un completo lockdown”, il commento del sindaco di Tehran, Pirouz Hanachi.
Lo scontro tra Stati Uniti e Iran si era inasprito poco prima della pandemia, con l’uccisione del generale Soulemani. E il conflitto continua ora con l’Ayatollah Ali Khamenei, che accusa gli americani di aver creato il virus “specificamente per l’Iran, usando il Dna degli iraniani” e rifiuta gli aiuti statunitensi.
I ricercatori iraniani hanno stimato che il picco di contagi nel Paese ci sarà a fine maggio: si potrebbe arrivare a 3.5 milioni di morti. Con un’economia in crisi, le strutture sanitarie in difficoltà e il prezzo del petrolio in calo, molti Paesi come Cina, Russia e Pakistan stanno già aiutando Teheran. Un virus che potrebbe cambiare la geopolitica soprattutto in Medio Oriente.