Trovato l’accordo per le nomine dei vertici delle società partecipate dello Stato, in vista dei rinnovi dei consigli di amministrazione delle maggiori aziende tra cui Poste Italiane, Enel, Eni, Leonardo, Terna, Mps ed Enav. Prevale la conferma dei vertici uscenti, ma arrivano anche nuovi nomi: quasi tutti scelti dal Movimento 5 Stelle.
Le nomine
Francesco Starace va verso il terzo mandato come amministratore delegato di Enel, con alla presidenza l’arrivo dell’avvocato Michele Crisostomo, voluto dai grillini.
Alla guida dell’Eni resta l’ad Claudio Descalzi e alla presidenza viene nominata Lucia Calvosa, docente di diritto commerciale, ex consigliere di Tim e membro del consiglio di amministrazione del Fatto Quotidiano. Anche lei proposta dai 5 Stelle.
Al vertice di Leonardo, confermato per il secondo mandato come ad, Alessandro Profumo. Mentre il nuovo presidente sarà Luciano Carta il direttore dell’Agenzia informazioni sicurezza esterna (il servizio di intelligence per l’estero), sostenuto dai pentastellati.
Continuità ai vertici di Poste Italiane, dove Matteo Del Fante resta capo dell’azienda e Maria Bianca Farina viene confermata presidente.
Per Banca Monte dei Paschi di Siena arriva, voluto sempre da M5s, l’ex banchiere di Capitalia e poi di Carige, Guido Bastianini. La presidenza passa a Patrizia Grieco, che lascerà l’Enel.
Per la rete di Terna, anche se il passaggio va ratificato dalla Cassa depositi e prestiti – in quanto azionista – nei prossimi giorni, il nuovo ad sarà il capo dell’Acea romana, Stefano Donnarumma, mentre la presidente sarà Valentina Bosetti, docente della Bocconi, scelta dal centrosinistra.
L’Enav avrà tutti volti nuovi: l’amministratore delegato Paolo Simioni, uscente capoazienda dell’Atac (nomina 5 Stelle), mentre la presidente sarà Francesca Isgrò, di nomina Pd.
Le polemiche
Matteo Renzi, intervenendo a L’Aria che tira su La7, si gode la vittoria: “Dalla vicenda delle nomine esco come il vincitore morale pur non avendo partecipato: le persone da noi indicate sei anni fa sono state confermate senza che io abbia dovuto lottare per loro perché ne è stato riconosciuto il valore”.
Dura la posizione di Giorgia Meloni: “Mentre in Italia tutto è sospeso, le elezioni non si celebrano, i processi non si fanno, le messe nemmeno e tutti siamo fermi, la maggioranza nei giorni scorsi è stata ore e ore a fare trattative per spartirsi le poltrone delle nomine dei consigli di amministrazione delle partecipate statali: una roba che grida vendetta, è vergognosa”.
Debora Bergamini, deputata di Forza Italia, attacca apertamente il Movimento: “L’ex ministro della Salute Giulia Grillo afferma che sulle nomine delle partecipate c’è un problema di democrazia interna nel Movimento 5 Stelle. Prima lottavano contro i poltronifici, adesso litigano per le poltrone. Dalle nomine alla nemesi il passo è breve”.
Carlo Calenda, fondatori di Azione, cerca di riportare la calma: “La continuità in momenti di questo tipo è una cosa positiva, inoltre si tratta di professionisti di grande qualità. Ma nel governo ci sono state tensioni sintomo di un problema più profondo”.