ROMA – Can Xue, Haruki Murakami, Jon Fosse. Sono i nomi di alcuni degli scrittori in corsa per il Premio Nobel per la Letteratura 2023. L’Accademia svedese, che nel corso di questi mesi ha mantenuto segreta la lista dei 5 finalisti selezionati lo scorso maggio, annuncerà il vincitore giovedì 5 ottobre 2023.
Tra i possibili vincitori il norvegese Jon Fosse
Nella classifica dei favoriti, secondo il sito Nicer Odds, c’è al primo posto Jon Fosse, scrittore e drammaturgo norvegese. Classe 1959, considerato come uno dei più importanti rappresentanti della drammaturgia contemporanea, è l’autore di “Melancholia”, romanzo che vede come protagonista il pittore norvegese Lars Hertervig. La medaglia d’argento per i bookmakers a Ngugi Wa Thiong’o, scrittore, drammaturgo e saggista kenyota, voce autorevole della sua nazione. Molte delle sue opere, infatti, raccontano la storia del Kenya con un occhio critico verso il processo di decolonizzazione inglese. Il suo libro più importante è “Petals of Blood” (1977), in cui fa da sfondo la rivolta dei Mau Mau. Sul gradino più basso del podio c’è Can Xue, pseudonimo di Deng Xiaohua, scrittrice cinese nota per l’originalità del suo stile di derivazione taoista. Importanti per la comprensione del suo stile i “Dialoghi in cielo” (titolo originale “Tiantanlide duihua”), pubblicati nel 1989.
Il ritorno di nomi noti: Murakami e Rushdie
Tra i favoriti ritornano anche nomi più noti al grande pubblico: tra loro Haruki Murakami, lo scrittore giapponese autore di bestseller (tra cui “Norwegian Wood” e “Kafka sulla spiaggia”) tradotti in più di 50 lingue in tutto il mondo. Spazio anche per David Grossman, tra i più importanti scrittori israeliani contemporanei e per il saggista indiano Salman Rushdie.
Alla scrittrice Annie Ernaux il Nobel nel 2022
L’anno scorso a vincere il Nobel per la Letteratura fu la scrittrice francese Annie Ernaux, portando così a 17 il numero delle donne premiate su 118 totali. Ernaux, tra le più note intellettuali del panorama francese contemporaneo, fu premiata “per il coraggio e l’acutezza clinica con cui ha svelato le radici, gli straniamenti e i vincoli collettivi della memoria personale”.