Rinviata per il momento la decisione di dedicare una via di Roma a Oriana Fallaci. Inizialmente tutti i gruppi capitolini si erano detti d’accordo nell’idea di ricordare nella Capitale una giornalista e scrittrice italiana tanto amata, a otto anni dalla sua scomparsa. Poi però alcuni esponenti della sinistra si sono tirati indietro, non tanto per la proposta in sé quanto per una frase dal forte “carico d’odio ideologico e religioso” contenuta nella mozione.
“Le intuizioni della giornalista sul pericolo di una deriva islamica si sono puntualmente avverate. Secondo la scrittrice fiorentina staremmo assistendo ad un pianificato tentativo del mondo musulmano di islamizzazione dell’Occidente, basato su quelle che, a suo parere, rappresentano le strutture portanti del Corano”: queste le parole scritte nel testo che Sel e Pd hanno deciso di contestare. Sebbene la posizione molto forte della Fallaci nei confronti dell’Islam sia a tutti nota, il capogruppo capitolino di Sel, Gianluca Peciola, ha spiegato di non poter accettare delle frasi tanto cariche d’odio.
D’altro canto, però, nessuno potrebbe negare il valore e l’importanza che ha avuto in Italia la figura di Oriana Fallaci, meritevole, a detta di molti, di venire ricordata con una strada che porti il suo nome. Ecco perché il Sel si è già impegnato a riscrivere il testo in una forma più consona e rispettosa di tutte le etnie e le religioni perché l’iniziativa venga approvata al più presto.
Non tutti però hanno visto di buon occhio la mossa di Sel e Pd. L’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, per esempio, ha accusato la sinistra di voltare la testa dall’altra parte di fronte agli orrori commessi dall’Isis e al terrore provocato dalle minaccie jiadiste: “La sinistra romana dimostra di non voler comprendere la gravità del pericolo del fondamentalismo islamico. Oriana Fallaci non era certo una scrittrice proveniente da destra o da una cultura identitaria ma aveva compreso con largo anticipo il rischio della predicazione fondamentalista”.
Corinna Spirito