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Niente via Giorgio Almirante e nessun museo Graziani. Quando la toponomastica diventa apologia del fascismo

di Silvia Renda24 Aprile 2015
24 Aprile 2015

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Non capiterà mai agli automobilisti romani d’imboccare via Almirante nei loro viaggi per le strade capitoline. È arrivato il no secco ieri nell’Aula del consiglio Comunale di Roma alle due mozioni che proponevano d’intitolare una strada allo storico leader del Msi. A presentare le proposte il consigliere Fabrizio Ghera di Fratelli d’Italia, partito che si propone di raccogliere l’eredità del Movimento sociale italiano e Dario Rossin, di Forza Italia. Per lui 7 voti favorevoli, 19 contrari e 2 astenuti. Peggio ancora è andata a Ghera, con soli 3 sì, 19 contrari e 3 astenuti. I due consiglieri non hanno ben accolto il rifiuto alle loro mozioni, promettendo futuri tentativi di rendere effettiva l’intitolazione a Giorgio Almirante e, sui quotidiani di destra, l’accusa alla maggioranza comunale è di ritenere solo gli esponenti di sinistra degni di aver intitolate vie, piazze e musei.

Una polemica che si consuma all’indomani della proposta della presidente della Camera Laura Boldrini di cancellare la scritta “Mussolini” dall’obelisco del Foro Italico. Per lei, in realtà, il coro dei dissensi è stato unanime da entrambe le parti politiche, secondo le quali attuare una scelta del genere comporterebbe semplicemente un danno a un importante monumento, paragonando la cancellazione della scritta alla volontà di cancellare la memoria storica del paese.

Sempre di fascismo (e di una sua possibile apologia) si continua a discutere nel comune di Affile, in provincia di Roma, dove il presidente Nicola Zingaretti ha deciso di revocare il finanziamento di 34 mila euro per il monumento che l’amministrazione comunale ha intitolato nel 2012 a uno dei più importanti gerarchi del fascismo italiano, il generale Rodolfo Graziani. La regione motiva la sua decisione, accusando Affile di un tentativo di raggiro. I soldi finanziati sei anni fa, infatti, avevano lo scopo di riqualificare un’area del territorio del comune, attraverso la realizzazione di un parco pubblico e di un piccolo museo del soldato, il quale doveva restare senza nome. Solo successivamente quel museo è stato intitolato a Graziani e Zingaretti non ci sta, richiamando la legge Scelba, che vieta appunto l’apologia del fascismo.

Silvia Renda

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