Passano gli anni, cambiano i direttori, i presidenti, e i consigli d’amministrazione, ma Mamma Rai continua a seguire i vecchi, o meglio soliti, meccanismi. Anche nel nuovo millennio la tv di Stato non rinuncia, infatti, ai tradizionali gettoni d’oro per i giochi a premio, che nel 2013 sono ancora la punta di diamante della programmazione. Sì, la vita è tutta un quiz, come afferma una canzone di Renzo Arbore, o almeno sembra. Si è solo passati dal “Lascia e raddoppia” di Mike Bongiorno al più recente “Affari tuoi” di Max Giusti.
La costosa scelta. Anche dai “tecnici” Rai, il presidente Anna Maria Tarantola e il direttore generale Luigi Gubitosi, si aspettavano manovre lacrime e sangue, ma con la decisione di comprare oro per 30 milioni di euro, non sembra che si siano rispettate le attese e le promesse. Come scrive il quotidiano “Italia Oggi”, nei giorni scorsi,è stata, infatti, avviata una procedura di gara per individuare l’azienda che dovrà occuparsi della fornitura. Dai documenti si apprende che l’obiettivo è la conclusione di un accordo quadro con un solo operatore «avente a oggetto la regolamentazione dei termini e delle condizioni per l’esecuzione della fornitura, che potrà essere chiesta dalla Rai nell’arco della durata dell’accordo quadro (36 mesi), mediante la stipula di appositi contratti attuativi dell’accordo stesso». Ciò significa chela Rai ha i prossimi 3 anni per decidere quanti gettoni richiedere e per quale somma complessiva.
Il cachet. I quantitativi di gettoni d’oro e il loro costo complessivo dipenderanno dagli ordini effettivi che arriveranno dalla Rai. Ma le carte forniscono una stima, per ora solo indicativa, «principalmente basata sui dati storici». Sono due i dati significativi che emergono: 30 milioni di euro è l’importo complessivo dei servizi richiesti, termine con cui si intende «il conio, la fornitura e l’eventuale riacquisto di gettoni d’oro». L’altro aspetto, che risulta dalla proiezioni contenute nei documenti, potrebbe essere necessario reperire fino a 42.100 gettoni. Il bando di gara individua 11 tagli di valore differenti. Dei gettoni da 30 euro sono state richieste mille unità, mentre per quelli da 20 mila euro 100 unità. Ma i più richiesti sono i gettoni da 500 euro per un totale di 20 mila pezzi. E navigando su internet si trovano già i “compro oro”, attività che ha avuto un’impennata con la crisi, anche di gettoni.
Perché l’oro. I premi sono pagati sempre e soltanto con i gettoni d’oro, perché una legge ministeriale stabilisce che non possono essere usati contanti, altrimenti sarebbe gioco d’azzardo. Dalla cifra vinta va scalato il 20 % di tasse, che viene trattenuto dalla rete, poi il 20 % di Iva e infine la differenza tra il valore nominale e quello effettivo della vincita. Dopo questi calcoli i gettoni vanno convertiti in denaro, con una perdita di valore. Alla fine dei conti il malloppo vinto con fortuna o preparazione è ben diverso da quello apparso sul piccolo schermo.
La nuova manovra. Questa recente decisione si discosta da quanto aveva annunciato il presidente Anna Maria Tarantola quando era stata nominata a giugno. Era stata scelta per il suo validissimo curriculum, e soprattutto per le dure restrizioni che avrebbe dovuto apportare alla tv di Stato. Appena insediata aveva, infatti, definito un chiaro e valido programma d’intenti sia sulla programmazione che sui costi. I punti principali: più cultura, donne scelte per competenze e capacità professionali non per l’aspetto fisico, più trasmissioni divertenti e per i giovani, ma mantenendo i valori, renderela Rai «più servizio pubblico», come dovrebbe essere una tv di Stato, e soprattutto far quadrare i conti. Per adesso l’unica manovra da spending review che ha attuato è stata la riduzione del suo stipendio, 82 mila euro in meno rispetto al suo predecessore Paolo Galimberti.
Alessandra Pepe