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No deficit e sì bonus famiglie
Giorgetti illustra i contenuti
della nuova manovra

Circa 5-6 miliardi per la natalità

Landini: "Grave non convocarci"

di Donatella Rosetti13 Settembre 2024
13 Settembre 2024

Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti | Foto Ansa

ROMA – Divieto assoluto di fare deficit perché il costo della manovra deve rimanere entro i parametri europei, e puntare sull’applicazione di un quoziente familiare per le detrazioni e la concentrazione delle risorse su bonus famiglie e fragili. Questi gli obiettivi per arrivare a una legge di bilancio di circa 23-25 miliardi, secondo il vertice sulla manovra avvenuto ieri a Palazzo Chigi.

Il piano strutturale di bilancio

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha illustrato le linee guida del Piano strutturale di bilancio che dovrebbe essere esaminato nel Consiglio dei ministri di martedì 17 settembre e ritoccato dopo l’aggiornamento dei dati Istat sulle stime dei conti pubblici attesi per lunedì 23. Si fa particolare affidamento su una revisione al rialzo del Pil per accelerare l’operazione nel reperimento dei 10 miliardi di euro necessari. 

Il contrasto alla natalità

Circa 5-6 miliardi dovrebbero essere destinati alle misure per combattere la denatalità. Il criterio è sempre lo stesso: più numerosa è la famiglia, meno tasse verranno pagate. Gli aiuti alle famiglie sono appoggiati anche dal presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi,  che aveva invece criticato il governo sull’autonomia differenziata. In disaccordo l’opposizione: “La denatalità si combatte investendo sull’occupazione femminile e sui servizi”, ha obiettato la dem Valeria Valente. 

Pensione a 67 anni per pubblica amministrazione

Il governo sta studiando anche la possibilità per la pubblica amministrazione di mandare in pensione il dipendente che ha maturato i requisiti per la pensione anticipata una volta raggiunti i 65 anni spostando il limite a 67 anni come accade nel lavoro privato. Prima dei 67 anni, anche avendo i requisiti per la pensione anticipata, si potrà così continuare a lavorare sia nel pubblico che nel privato senza che sia necessario il via libera da parte dell’amministrazione e dell’azienda.

Landini: “È grave non convocare le parti sociali”

Il segretario della Cgil, Maurizio Landini, ha definito “una cosa grave” la mancata convocazione delle parti sociali a un tavolo di confronto. Per Landini è il momento che la manovra affronti i temi come “lavoro nero, caporalato, illegalità nel lavoro e subappalti, che nelle prossime settimane saranno oggetto di mobilitazione”.

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