È sotto inchiesta in Francia Nexa Technologies, società accusata di aver venduto al regime del presidente egiziano Al Sisi il materiale di spionaggio informatico che avrebbe consentito di lottare non soltanto contro i terroristi, ma anche contro gli oppositori.
Secondo fonti dell’Ansa, la società francese, con sede negli Emirati Arabi e in Repubblica Ceca, dal 12 ottobre è sotto indagine da parte di un giudice di Parigi per l’ipotesi di reato di “complicità in atti di tortura e sparizioni forzate”. Crimini riconosciuti come “contro l’umanità” dalle principali convenzioni internazionali. Quattro mesi prima erano già finiti nel registro degli indagati 4 dirigenti della stessa società .
Le rivelazioni più recenti sulla vicenda sono quelle del sito investigativo francese Disclose. Secondo quanto trapelato da “documenti riservati della Difesa” citati dalla piattaforma, la Francia avrebbe fornito informazioni di intelligence alle autorità egiziane, che le avrebbero a loro volta utilizzate per prendere di mira trafficanti al confine egiziano-libico. I dati dovevano essere usati unicamente per effettuare raid contro i jihadisti, salvo poi coinvolgere anche civili. Dossier, quello di Disclose ribattezzato Egypt Paper, dal quale sarebbe emersa anche un’intercettazione dell’ambasciata francese al Cairo nella quale si sosteneva che il ricercatore italiano Giulio Regeni sarebbe stato vittima nel gennaio 2016 di una “rivalità” fra apparati dei servizi segreti egiziani.
In Francia, le indagini preliminari sono in corso dal 2017, dopo la denuncia di alcune Ong per la difesa dei diritti dell’uomo, basate su un’inchiesta del settimanale Télérama, che rivelava la vendita nel 2014 di “un sistema di intercettazioni per 10 milioni di euro per la lotta contro l’opposizione islamica dei Fratelli musulmani”, secondo quanto ripotato da Disclose.
“Cerebro”, questo il nome del sistema, consente di tracciare in tempo reale le comunicazioni elettroniche di chiunque a partire da un indirizzo di posta elettronica o da un numero di telefono. Adesso il polo crimini contro l’umanità della magistratura francese dovrà stabilire se esiste un legame tra l’utilizzo del sistema di cybersorveglianza e la repressione.