NEW YORK – La città di New York ha deciso di fare causa a TikTok, Facebook e YouTube, accusandoli di danneggiare la salute mentale di bambini e adolescenti. Secondo l’accusa, le società proprietarie delle piattaforme – Meta, Snap, ByteDance e Google – hanno consapevolmente progettato e promosso i loro servizi per “attrarre, catturare e creare dipendenza nei giovani”, senza adeguata supervisione da parte dei genitori.
La causa, presentata il 15 febbraio 2024, richiede un risarcimento per i danni subiti dalla città, dal distretto scolastico e dalle istituzioni sanitarie, che ogni anno spendono oltre 100 milioni di dollari in programmi e servizi per la salute mentale dei giovani. Le società querelate non hanno ancora commentato la causa, ma in passato hanno sostenuto di aver preso provvedimenti per rendere i loro servizi più sicuri e trasparenti per i minori, come l’introduzione di modalità per bambini, filtri per i contenuti inappropriati, strumenti per il controllo genitoriale e avvisi per il tempo trascorso online. Tuttavia, queste misure non sembrano essere sufficienti a contrastare il fenomeno della dipendenza da social.
Anche l’Europa si sta muovendo verso la tutela dei minori sui social. Da domani 17 febbraio entra infatti in vigore il Digital Service Act, il regolamento approvato nel 2022 che contiene una stretta per le piattaforme, con l’intento di proteggere tutti gli utenti e in particolare i più giovani con una maggiore attenzione ai livelli di privacy, sicurezza e incolumità, con l’introduzione di strumenti come la verifica dell’età e il controllo parentale.
Le nuove regole erano già vincolanti per i giganti della tecnologia ma adesso arrivano a tutti gli operatori online. L’obiettivo principale del Dsa è prevenire le attività illegali e dannose online e la diffusione di notizie false, garantire la sicurezza degli utenti e proteggere i diritti fondamentali stabilendo norme chiare e proporzionate per le attività online.