Rigurgiti neonazisti, immigrazione, terrorismo, nuove tecnologie e cybersecurity. Sono i diversi fronti del rischio in Italia, secondo l’analisi dei servizi segreti nella nuova relazione presentata ieri al Parlamento.
Estremismi di destra
A preoccupare maggiormente l’intelligence sono i crescenti episodi di razzismo e intolleranza, ma anche gli atti di suprematismo e xenofobia dei fanatici neonazisti che sulle piattaforme online attraggono i più giovani, puntando in particolare alle periferie urbane e alle fasce popolari più svantaggiate, cavalcando le tensioni sociali. I temi sono noti: immigrazione, difesa della famiglia tradizionale e assegnazione delle case popolari.
Terrorismo e immigrazione
A livello internazionale, la minaccia principale per l’Italia resta la Libia. Il paese nordafricano rimane instabile tra lo scontro Serraj-Haftar, le tribù in cerca di spazi e la battaglia ‘intrasunnita’. Questa situazione determina un afflusso di mercenari da più parti della Libia, ma anche la piena attività dell’Isis. Emergono nuove rotte attraverso il Sudan, che potrebbero essere utilizzate per trasferire i combattenti reduci da Siria e Iraq in Libia. È concreto il rischio di avere jihadisti a pochi passi dal nostro Paese. Un problema sono anche i cosiddetti ‘sbarchi fantasma’: i trafficanti utilizzano navi madri per il primo tratto e piccole imbarcazioni difficili da individuare nell’ultimo. Per il premier Giuseppe Conte, l’Italia deve dare “un contributo di primo piano” al processo di stabilizzazione.
Cybersecurity e 5G
La cybersicurezza è la nuova sfida per l’intelligence italiana. Il capo del Dis, Gennaro Vecchione, definisce “l’arma cibernetica uno strumento privilegiato per manovre ostili, che viene utilizzata per indebolire la tenuta dei sistemi democratici occidentali”. Questo tema si collega alla nuova tecnologia 5G: anche questa potrebbe essere sfruttata per finalità ostili. “Non possiamo permetterci di abbassare la guardia, perché la minaccia cyber pone in termini stringenti l’esigenza di prevenzione e allertamento precoce”, spiega Conte. “Inoltre, la trasformazione digitale è irreversibile e cambierà profondamente l’economia e la società. Va governata in ogni suo aspetto”.