Sono giovanissimi, emergenti e già pronti per la Nazionale. Il calcio italiano appare ben disposto a dare spazio ad una generazione di nuovi talenti italiani che spiccano un po’ in tutti i ruoli. E anche le grandi storiche hanno iniziato a scommettere su di loro. Da Spinazzola, di proprietà della Juventus ma in prestito all’Atalanta, a Gagliardini che dai nerazzurri di Bergamo è passato in gennaio all’Inter.
Poi c’è il Milan,, con giocatori come Donnarumma, portiere appena diciottenne, Locatelli e Romagnoli. Senza dimenticare il ruolo fondamentale di calciatori come Immobile, finalmente leader nella Lazio, o Di Francesco e Verdi, con la loro crescita nei rossoblù.
Una vera rivoluzione anagrafica inaugurata da Ventura. Il c.t. è stato reattivo nell’intercettare il salto di qualità di alcuni giovani. “Dalla metà campo in avanti siamo pieni di esterni di grande tecnica e di punte moderne — diceva in autunno — dovremo trovare il sistema giusto per esaltarli”.
Sono due per ora i raduni dedicati agli emergenti, anche di serie B, in cui spicca Meret, portiere della Spal appena ventenne conteso dalla Juve. Intervistato da La Domenica Sportiva da Coverciano, ha confessato: “Varcare quel cancello con la Nazionale è un’emozione fortissima, per me una grandissima possibilità”. Poi su Donnarumma: “Due anni più piccolo di me? Al confronto mi sento quasi vecchio, però lui è un grandissimo portiere, ha già dimostrato di poter stare a grandi livelli, questo io non l’ho ancora fatto, ma piano piano seguirò anch’io il mio percorso di crescita e spero di riuscirci al meglio”. Il dato sorprendente resta che 22,3 è la media d’età dei ragazzi chiamati a novembre e febbraio.
Federico Chiesa, 19 anni, esterno della Fiorentina si racconta in un’intervista alla Gazzetta dello Sport. “Un bellissimo traguardo essere arrivato qui”, dice nel primo giorno del ritiro di Roma. Dalla Primavera a titolare fisso in serie A: 20 presenze e 2 gol in campionato. La sua vita ora è cambiata. “Volevo a tutti i costi arrivare in A…”, sorride.