HomeCronaca ‘Ndrangheta’ a Roma: il Campidoglio stila mappa attività sospette

‘Ndrangheta’ a Roma: il Campidoglio stila mappa attività sospette

di Mario Di Ciommo13 Marzo 2015
13 Marzo 2015

er faciolaro

Per tentare di tamponare la tendenza criminale di stampo mafioso che dilaga a Roma il Campidoglio ha annunciato di aver messo a punto una mappa delle attività commerciali anomale con particolare attenzione ai frequenti cambi di licenze e di società.

E’ questo uno degli ultimi provvedimenti adottati dalle autorità a seguito delle sempre più numerose attività illecite stanziate nell’Urbe. L’ultima in ordine di tempo è quella che ha visto il sequestro di due ristoranti nei pressi del Pantheon.

Nei giorni scorsi infatti la Direzione investigativa antimafia di Roma ha sequestrato due locali nei pressi del famoso monumento. Si tratta di ‘Er faciolaro’(nella foto) e ‘La rotonda’, meta quotidiana di numerosi turisti a due passi da uno dei monumenti più visitati della città. In manette è finito Salvatore Lania, un imprenditore 47enne di Seminara, Reggio Calabria, accusato di intestazione fittizia di beni. Già coinvolto nell’inchiesta del Cafè de Paris Lania è stato posto agli arresti domiciliari e oltre ai due locali gli agenti gli hanno sequestrato altri beni per un totale di 10 milioni di euro.

Lania, indagato con altre otto persone, è considerato il titolare di fatto dei due ristoranti, intestati però a suoi dipendenti. Gli investigatori hanno scovato suoi investimenti milionari, sulla cui provenienza ci sono numerosi sospetti. Lo stesso possedeva inoltre un negozio di souvenir, “Mi&Chi”, nella stessa zona, anche questo finito sotto sequestrato. Secondo l’accusa Lania aveva costituito società di comodo intestate anche a parenti, con le quali secondo avrebbe gestito i suoi beni.

Continua dunque la scia di arresti e sequestri legati ad organizzazioni mafiose, da anni radicate nelle Capitale, divenuto ormai il terreno commerciale ideale per il riciclo di denaro.

“Soggetti collegati a ‘ndrine’ hanno nel tempo invaso il tessuto economico capitolino, operando al fine di impegnare ingenti investimenti di liquidità dissimulando i reali titolari dei beni economici acquistati – ha dichiarato il Gip di Roma Gaspare Sturzo – utilizzando investimenti di denaro contante, al fine di giustificare il capitale utilizzato, ma in realtà con finalità di riciclaggio di proventi illeciti”.

Mario Di Ciommo

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