L’assessore ai Diritti civili della regione Piemonte, Roberto Rosso, è stato arrestato con l’accusa di aver chiesto voti alla ‘Ndrangheta in vista delle elezioni regionali dello scorso maggio in cui è stato eletto per Fratelli d’Italia.
Su richiesta della Direzione distrettuale antimafia torinese sono state eseguite ordinanze di custodia cautelare in carcere anche per altre sette persone. Sono inoltre stati sequestrati beni sul territorio nazionale nei confronti di soggetti ritenuti legati alla ‘Ndrangheta radicati a Carmagnola e operanti a Torino. I reati contestati dalla Procura vanno dall’associazione per delinquere di stampo mafioso a reati fiscali per 16 milioni di euro fino a arrivare al voto di scambio elettorale politico-mafioso.
Roberto Rosso è stato a lungo parlamentare di Forza Italia e ora in Fratelli d’Italia.
Immediata è stata la reazione della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni che ha subito preso le distanze da Rosso: “Apprendiamo che questa mattina è stato arrestato con l’accusa più infamante di tutte: voto di scambio politico-mafioso. Mi viene il voltastomaco. Mi auguro dal profondo del cuore che dimostri la sua innocenza, ma annuncio fin da ora che Fratelli d’Italia si costituirà parte civile nell’eventuale processo a suo carico. Ovviamente, fin quando questa vicenda non sarà chiarita, Rosso è da considerarsi ufficialmente fuori da FdI”.
Roberto Rosso dopo l’arresto ha deciso di dimettersi e il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha prontamente accettato le dimissioni.
Questi nuovi arresti dimostrano come ormai la ‘Ndrangheta si sia infiltrata anche al Nord Italia. Soltanto una settimana fa si era dimesso il presidente della Regione Valle D’Aosta, Antonio Fosson, dopo aver ricevuto un avviso di garanzia per scambio elettorale politico-mafioso in riferimento alle regionali del 2018. Anche in quel caso l’inchiesta della Dda ha riguardato la cosca calabrese.