Pasquale Basile, sindaco di Scalea in provincia di Cosenza, è stato arrestato questa mattina insieme ad alcuni assessori della sua giunta (un architetto, due geometri e il suo avvocato, Nocito) in un’operazione dei Carabinieri del Comando di Cosenza. L’operazione, denominata “Plinius” si è svolta in contemporanea in altre province del sud Italia ed ha portato all’arresto di 38 persone mentre altre 21 sono state denunciate e indagate per associazione mafiosa, sequestro di persona, corruzione e contrabbando. Per portare a termine la delicata operazione il comando Generale di Cosenza ha mobilitato il Raggruppamento Operativo Speciale .
L’appalto del porto. Nel 2010 Basile si è candidato con una lista civica ed è stato appoggiato da alcuni capi delle cosche mafiose locali. La sua vittoria elettorale è stata nettissima e durante i festeggiamenti erano comparsi in piazza anche diversi capi delle “ndrine” locali tra cui Mario Stummo e Piero Valente ai quali, secondo le indagini dei carabinieri, Pasquale Basile avrebbe affidato l’appalto per la realizzazione del porto di Scalea.
Corruzione con delle mazzette tra i 6 mila e i 12 mila euro i vertici della cosca ottenevano dal comune, tramite l’avvocato Nocito, grandi vantaggi economici per diversi investimenti.Le intercettazioni telefoniche testimoniano infatti alcuni pagamenti illeciti passati tra le mani dell’avvocato Nocito tra le mura del suo studio legale. Inoltre il clan di Mario Stummo aveva l’assoluto controllo amministrativo dei grandi complessi condominiali della provincia di Cosenza.
Beni sequestrati. L’operazione “Plinius”, ha portato al sequestro di numerosi beni di valore. per circa 60 milioni di euro. Spetterà alla magistratura stabilire se ci saranno gli estremi per la confisca. Secondo il pubblico ministero, i beni sequesrarti sono riconducibili maggiormente ai vertici della cosca Stummo-Valente e marginalmente agli amministratori locali, imprenditori, avvocati e altri professionisti.