L’Unhcr, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, ha confermato che 15 migranti hanno perso la vita nel naufragio di un’imbarcazione al largo di Zuwara, nel golfo libico.
Si tratta dell’ennesima tragedia. La barca, diretta in Italia, si era ribaltata nella giornata di ieri e le operazioni di salvataggio si sono subito rivelate ostiche: le autorità libiche, allertate su Twitter dalla Ong Alarm Phone, hanno agito in ritardo e in modo poco efficiente. Non c’era nei paraggi nessun’altra Ong pronta a intervenire, rendendo così inevitabile la tragedia. Le richieste d’aiuto lanciate da Alarm Phone tramite sono cadute nel vuoto e l’imbarcazione, con a bordo anche donne incinte e bambini, è rimasta per molte ore alla deriva senza ricevere alcun soccorso.
L’Unhcr ha scritto su Twitter che “sono stati recuperati i corpi di 15 persone, a 177 sopravvissuti sono stati forniti aiuti, alcuni necessitano di assistenza medica urgente”.
L’Alto commissariato dell’Onu, sempre su Twitter, ha pubblicato la foto di due migranti evidenziando il loro dispiacere e scrivendo “Altra tragica perdita di vite”. Secondo l’ultimo bollettino pubblicato ieri dall’Oim, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, sulla rotta mediterranea centrale, quella che dalla Libia arriva all’Italia, quest’anno si contano 474 morti e 689 dispersi a fronte dei 381 decessi e 597 persone scomparse nel 2020. I migranti riportati in Libia fino al 9 ottobre sono stati 26.314, calcola ancora l’Oim, ricordando che nei 12 mesi dell’anno scorso erano stati 11.891.