Sono sempre più esili le speranze di trovare ancora dei sopravvissuti al naufragio di ieri nel fiume Yangtze, in Cina, dove la nave turistica Eastern Star si è rovesciata a causa delle pessime condizioni meteorologiche con 456 persone a bordo. Con centinaia di soccorritori impegnati nella ricerca dei dispersi, soltanto 14 persone sono state finora tratte in salvo, anche a causa della pioggia e della nebbia che continuano a ostacolare le operazioni. I morti accertati sono 18, ma per la Cina l’incidente si prospetta comunque come il più grave disastro marittimo da settant’anni a questa parte (nel 1948 l’esplosione della nave Kiangya a causa di una mina lasciata dalla flotta giapponese provocò un migliaio di vittime). “Finché c’è anche una minima speranza, le daremo il 100% di chance e non molleremo”, ha detto il ministro dei Trasporti Yang Chuantang, ammettendo tuttavia che le squadre di soccorso sono impegnate in un’ardua “corsa contro il tempo”.
L’imbarcazione viaggiava sulla rotta da Nanchino a Chonqing, quando all’improvviso – secondo la testimonianza del capitano, fermato e interrogato dalla polizia – si è trovata al centro di un tornado con venti che soffiavano a oltre 130 chilometri orari. A bordo della nave da crociera, oltre a 42 membri dell’equipaggio e 5 dipendenti di agenzie turistiche, c’erano circa 400 passeggeri, tutti cinesi, prevalentemente anziani. Molti di loro si erano già ritirati nelle cabine quando, intorno alle 21.30, l’acqua ha iniziato a entrare nel traghetto, che si è poi capovolto a causa della violenza del vento.
Anche papa Francesco, nel corso della tradizionale udienza del mercoledì, ha ricordato al momento dei saluti le vittime del naufragio della Eastern Star: “Esprimo la mia vicinanza al popolo cinese in questo momento difficile a causa del disastro del traghetto sul fiume di Yangtze. Prego per le vittime, per le loro famiglie e per tutti coloro che sono coinvolti nel lavoro di salvataggio”.
Anna Bigano
