Il National Geographic ha ammesso di essere stato razzista. Il numero di aprile della celebre rivista americana è dedicato al tema delle razze umane – che non esistono se non come costrutto sociale – e l’editoriale della direttrice Susan Goldberg parla del contenuto di alcuni articoli. “Hanno contenuto frasi razziste, hanno ignorato gli afroamericani se non per mostrarli come operai o lavoratori domestici e non hanno fatto nulla per contrastare gli stereotipi sulle differenze di colore”, ha evidenziato la Goldberg.
Sulla copertina del numero speciale della rivista ci sono due bambine di 11 anni, Marcia e Millie Biggs: una ha la pelle bianca e l’altra nera, ma sono gemelle eterozigote. Tra gli articoli pubblicati nel numero ce n’è uno del premio Pulitzer Elizabeth Kolbert, che spiega perché le razze non esistono scientificamente. L’obiettivo dell’operazione trasparenza è la speranza che ammettendo la verità sugli errori commessi possa aumentare la credibilità del magazine.
Il National Geographic continuerà a occuparsi dei pregiudizi sulle etnie, delle religioni e delle caratteristiche fisiche di diversi gruppi umani anche nei prossimi mesi. Ad esempio il numero di maggio racconterà alcune storie dei 3,45 milioni di americani musulmani, che provengono da 75 paesi diversi e le cui famiglie vivono negli Stati Uniti da più di cento anni.