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Natale blindato per Covid
"Controlleremo le frontiere
ma serve più responsabilità"

Lamorgese: "Positivo solo 2% migranti"

aumentano sbarchi e rimpatri in Tunisia

di Francesco Fatone04 Dicembre 2020
04 Dicembre 2020

Il ministro Luciana Lamorgese in aula della Camera durante lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata , Roma, 2 dicembre 2020. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

In un’intervista a La Stampa, il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha dichiarato che siamo in una fase molto delicata del contrasto alla pandemia. In questo momento si cerca di contemperare l’esigenza di non paralizzare una seconda volta le attività economiche con l’obiettivo di contenere la diffusione del virus. “Con tutte le attività commerciali aperte vigilare diventa più complicato rispetto a marzo”, ha ammesso.

Secondo l’esponente del Governo Conte, da fine ottobre, con un picco nella prima metà di novembre, abbiamo assistito in tutta Italia a più di mille manifestazioni di protesta delle categorie colpite dalle chiusure e dalla crisi economica, che soltanto in pochi casi sono risultate un problema per l’ordine pubblico.

A Natale solitamente sono più frequenti gli spostamenti da e per l’estero e dunque anche chi decide di oltrepassare i confini nazionali dovrà sottoporsi a controlli più serrati al momento del rientro in Italia. Il ministro  aggiunge: “In questi mesi abbiamo dovuto affrontare, anche sotto il profilo della sicurezza sanitaria, il problema dei flussi migratori irregolari. Tutti i migranti che arrivano in Italia sono sottoposti al tampone e alla quarantena. La percentuale dei positivi nei centri di accoglienza è oggi del 2,06%”.

Quest’anno c’è stato un aumento degli arrivi a seguito della grave crisi economica generata dal Covid-19, dei quali quasi 14mila sbarchi soltanto dalle coste tunisine. Nei centri di accoglienza sono presenti circa 56mila persone, quest’anno i rimpatriati sono 3.243, di cui 1.753 in Tunisia. Anche questo un dato in aumento.

Venendo al nuovo decreto Sicurezza, contestato dall’opposizione, il ministro ha replicato che, “pur migliorando gli aspetti di garanzia – ridando un volto e un nome a migliaia di persone che si erano trovate fuori dal circuito dell’accoglienza per effetto dei precedenti decreti – certamente non arretra sul fronte del rispetto della legalità”.

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