Il “Nuovo Franchi” ha un nome: David Hirsch. Questa è la firma dell’architetto dello studio Arup vincitore del concorso internazionale per il restyling dello stadio di Firenze. L’annuncio è stato dato nel corso di una cerimonia a Palazzo Vecchio, alla presenza tra gli altri del presidente del Coni Giovanni Malagò, del presidente della Figc Gabriele Gravina e dell’allenatore azzurro Roberto Mancini. Il progetto, scelto tra una rosa di 31 proposte, avrà l’ambizioso compito di dare nuova forma allo stadio Artemio Franchi, opera progettata da Pier Luigi Nervi agli inizi degli anni ’30 e considerato un esempio di architettura razionalista.
I tempi di realizzazioni sono certi e stretti: i cantieri devono partire nel 2023 (probabilmente a ottobre) e chiudere entro il 2026. E con una piacevole novità: forse i viola potranno giocare anche durante i lavori. Filippo Minora, architetto di Arup, parla di svolta. In primo luogo economica: il nuovo stadio sarà realizzato con i soldi del Recovery Fund. Poi logistica: la capienza sarà di almeno 40mila posti con una maggiore vicinanza tra gli spalti e il campo. E infine culturale: nasceranno un museo per spazi espositivi sotto la curva Ferrovia e un auditorium sotto la Fiesole. Tutto all’insegna della sostenibilità con l’impianto di pannelli fotovoltaici per produrre energia rinnovabile. Qualcuno lo definisce un nuovo Camp Nou sul modello dello stadio di Barcellona. Quel che è certo è che ci saranno grandi trasformazioni. Rinascerà l’area del quartiere di Campo di Marte e sarà creato un parco, oltre a un polo ricettivo di 5000mq e un polo commerciale.
“Progetto elegante e sobrio”, lo definisce il sindaco di Firenze Dario Nardella, mentre il direttore generale della Fiorentina Joe Barone si dice “piacevolmente colpito”. Anche questa è una novità a sentire l’ultima volta che un dirigente viola parlò dell’Artemio Franchi: “La cosa più orrenda mai inventata”, lo definì il presidente della Fiorentina Rocco Commisso. Ma era il vecchio “Artemio Franchi”.