I finanzieri del comando regionale di Reggio Calabria hanno confiscato beni per un valore di 3 milioni di euro ad un ex dipendente del porto di Gioia Tauro, il 39enne Alfonso Brandimante. L’uomo, già arrestato nel 2014, è accusato di aver favorito il traffico di cocaina attraverso lo scalo portuale, avvalendosi anche della collaborazione di altri colleghi.
Il provvedimento, emesso dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, fa parte dell’operazione “Puerto Liberado” che ha portato all’arresto di 13 persone e permesso agli inquirenti di scoprire un traffico di droga che, a bordo delle navi cargo della Msc, partiva da Panama per arrivare in Calabria. Le indagini sono cominciate nel 2011 con l’arresto di Vincenzo Trimarchi, allora direttore operativo della Mct, la società che gestisce lo scalo portuale. L’uomo era stato sorpreso a ritirare da un container 520 chili di cocaina, che avrebbe consegnato a Brandimante.
La Guardia di Finanza, in collaborazione con la Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, ha poi chiesto l’apertura di un’indagine sull’aspetto patrimoniale e finanziario dell’attività illecita. Dall’indagine è emerso che, negli anni, i membri dell’organizzazione sarebbero entrati in possesso di beni di lusso mai dichiarati.