Sembra un vecchio film con Bud Spencer e Terence Hill quello che ha visto in questi giorni protagonisti l’ex premier Silvio Berlusconi e Beppe Grillo, leader del Movimento 5 Stelle. Le pistole dei due politici hanno preso infatti di mira il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, che ha preferito non replicare alle accuse mossegli dai rappresentanti di FI e M5S. La furia di Berlusconi si è aperta negli studi del programma Piazza Pulita, durante la diretta di ieri nella capitale: l’ex Cavaliere ha dichiarato, ai microfoni del programma televisivo, quanto la sentenza di condanna che lo ha visto recentemente protagonista sia “ingiusta e mostruosa”. Parole dure che l’uomo di Arcore ha rivolto al Capo dello Stato, accusandolo di non avergli concesso la grazia motu proprio, quella grazia che lo avrebbe assolto da ogni accusa. “La sentenza – ha continuato l’ex presidente a Piazza Pulita – è frutto di una iniziativa inaccettabile: ci saranno ulteriori sviluppi, ci sarà un crescendo, se Napolitano vuole la guerra l’avrà”.
Dal Quirinale nessuna risposta alle provocazioni del leader di FI ma il Colle pare ben difeso, e se il presidente della Repubblica non si sbilancia è il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gaetano Delrio a intervenire. Esprimendo solidarietà a Napolitano, Delrio ha definito inaccettabili i toni dell’ex premier urlati dal piccolo schermo. Nessun rapporto politico e civile può essere “contaminato” da toni così offensivi, ha continuato il sottosegretario, non perdonando l’”incostituzionalità” delle parole di Berlusconi. Ma se i modi (e le dichiarazioni) del padrone di Arcore non sono piaciuti nemmeno alla Germania, che minaccia di cacciarlo dal Ppe dopo le ultime “perle” sull’Olocausto, Beppe Grillo non è stato da meno: arrivato a Piombino per un comizio davanti all’acciaieria Lucchini, ha sparato il suo “colpo” verso il Quirinale. Dopo aver accusato il presidente della Repubblica di essere stato un simpatizzante fascista, Grillo ha spiegato – ai microfoni di Agorà, programma mattutino della Rai – che se per queste elezioni era già sicuro di vincere, ora è certo di stravincere.
Gli schiaffi al presidente sembrano dunque essere la tattica del leader 5 Stelle: riguardo al bivio politico delle elezioni del 25 maggio, Grillo si propone come fautore di una nuova Italia, raccolta dalle macerie.
Un duello all’ultima pallottola fumante, resta solo da vedere chi ne firmerà il finale.