Nell’incontro tra Stato e Chiesa c’è una «serena e fiduciosa cooperazione al servizio del bene comune». Lo ha ribadito ieri il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano nell’intervento di saluto a Sua Santità Benedetto XVI in occasione del concerto per l’84° anniversario dei Patti Lateranensi. Secondo Napolitano l’incontro col Papa è coinciso con «una forma di simbolico pubblico commiato». Un colloquio di circa 20 minuti quello tra il capo dello Stato e il Papa, per ribadire una: «Grande attenzione e partecipazione per gli importanti appuntamenti che attendono prossimamente il popolo italiano».
Cosa sono e perchè nacquero. I Patti Lateranensi furono accordi di mutuo riconoscimento tra il Regno d’Italia e la Santa Sede sottoscritti l’11 febbraio 1929, grazie ai quali per la prima volta dall’Unità d’Italia furono stabilite regolari relazioni bilaterali tra Italia e Santa Sede. Presero il nome del palazzo di San Giovanni in Laterano in cui avvenne la firma degli accordi, che furono negoziati tra il cardinale Segretario di Stato Pietro Gasparri per conto della Santa Sede e Benito Mussolini, capo del Fascismo, come primo ministro italiano.
Il richiamo ai Patti Lateranensi, ha sottolineato Napolitano, «ci consente di misurare la lunga strada percorsa, anche negli ultimi anni e per convergente impegno, verso una serena e fiduciosa cooperazione tra Stato e Chiesa al servizio del bene comune, ‘nel pieno rispetto’ – sono Sue parole – della distinzione tra la sfera politica e la sfera religiosa».
«Continueremo, Santità, come italiani, in qualunque posizione – ha sottolineato Napolitano – a prestare attenzione ai suoi messaggi, a trarne motivo di riflessione e di fiducia. E ora, grazie a quanti hanno reso possibile questo concerto. Possiamo raccoglierci nell’ascolto di un’eccellente orchestra italiana e di un illustre Maestro, adottato da
Firenze, cioè dall’Italia». Domani è previsto un concerto in Vaticano dove sarà presente il sindaco Gianni Alemanno.
Lorenzo Caroselli