“Il Consiglio Superiore della Magistratura è un organo non di mera autodifesa, ma di autogoverno, e insieme di concorso al governo della giustizia, nel suo corretto funzionamento e nella sua necessaria apertura alla riflessione critica e alle riforme obbiettivamente necessarie”. Queste le parole del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che, pronunciate durante l’incontro in Quirinale con i giovani magistrati ordinari in tirocinio, alla presenza dei componenti del Csm, sono sembrate un richiamo al plenum di Palazzo dei Marescialli. E le affermazioni del presidente suonano particolarmente significative alla luce delle tensioni che si sono venute accumulando di recente, in particolare sul caso del giudice Ingroia, destinato dal Csm alla procura di Aosta, essendo la Val d’Aosta l’unica regione dove non si era candidato. E nonostante il ricorso di Ingroia sia stato bocciato dal Tar, il magistrato non ha accettato la decisione e ha continuato a protestare contro quanto stabilito dal Csm, affermando di “considerare quella del Consiglio Superiore una decisione politica che gli ha procurato grande amarezza“.
Il ruolo della Corte Costituzionale – Il capo dello Stato ha poi affermato che: “Il Paese ha oggi grande bisogno di punti di solido riferimento nella capacità di vigilanza e di intervento della magistratura in nome e a tutela della legalità, così come nel rapporto corretto tra i poteri dello Stato, in spirito di reciproco rispetto e di leale collaborazione. E questo vale anche pensando all’indispensabile, effettivo e conseguente riconoscimento del ruolo del giudice delle leggi, di quella Corte Costituzionale che è anche chiamata ad arbitrare i conflitti di attribuzione tra poteri dello Stato”. A margine del suo intervento il presidente ha poi precisato: “Serve reciproco rispetto e leale collaborazione di riconoscimento verso il giudice delle leggi, ossia la Corte Costituzionale, chiamata ad arbitrare anche il conflitto tra poteri dello Stato. Indipendenza, imparzialità ed equilibrio nell’amministrazione della giustizia sono più che mai indispensabili in un contesto di persistenti tensioni e difficili equilibri sul piano politico e istituzionale”. E proprio la Corte Costituzionale il 19 giugno sarà chiamata a pronunciarsi sul legittimo impedimento al quale si sono appellati gli avvocati difensori di Silvio Berlusconi nell’ambito del processo Mediaset.
Tribunali – In merito alla riforma dei tribunali Napolitano ha poi parlato di uno «scandalo», accusando senza mezzi termini una legione di parlamentari bipartisan che vorrebbe rimettere in discussione il piano per difendere la chiusura di una serie di tribunali, conseguenti procure e uffici di giudice di pace sul territorio. “Sarebbe inammissibile e scandaloso rimettere in discussione la revisione dei tribunali, per ciechi particolarismi anche politici”, ha sottolineato il presidente, innescando reazioni di segno opposto. Da un lato, c’è stata infatti la soddisfazione del Csm e del ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri, che ha dichiarato: “Le parole del presidente della Repubblica ci sostengono, non possono che essere di grande supporto alla battaglia forte che stiamo portando avanti”, e dall’altro, la reazione contraria della Commissione di Giustizia del Senato che ha commentato le parole del Capo dello Stato, anche con toni duri, soprattutto da parte degli esponenti del M5S.
Oggi la commissione potrebbe varare una mozione per impegnare il governo a correggere e ritardare la messa a regime della riforma, mentre la Cancellieri ha convocato per il 18 giugno i capigruppo della maggioranza e ha fatto sapere che comunque “i margini di manovra sulla riforma rimangono molto stretti”.
Alessia Argentieri