“Per evitare nuovi episodi tragici lo Stato deve prestare la massima attenzione al disagio sociale”. E’ quanto ha dichiarato Giorgio Napolitano in un messaggio inviato oggi ai Prefetti in vista dell’anniversario della nascita della Repubblica. Il presidente ha parlato di una vera e propria “questione sociale”, che va messa “al centro dell’azione delle istituzioni per dare soluzioni tempestive ed efficaci”.
“Vi chiedo, – ha proseguito Napolitano nel messaggio – nell’ambito della generale attività di prevenzione, la massima attenzione alle situazioni di maggior disagio e bisogno, promuovendo iniziative di ascolto, di sostegno e di integrazione per evitare il più possibile episodi tragici come quelli verificatisi di recente”.
Il presidente si è soffermato inoltre sul problema della disoccupazione giovanile, con un appello accorato ai Prefetti che, “interpellati quotidianamente dalle ansie e dalle aspettative di persone, famiglie e imprese in gravi difficoltà” devono “farsi carico di questa vera e propria ‘questione sociale’, che si esprime soprattutto nella dilagante disoccupazione giovanile, ponendola al centro dell’azione pubblica, con un impegno sempre più assiduo nella ricerca di soluzioni alle pressanti istanze dei cittadini”.
Napolitano ha infine sottolineato quanto importante sia “far rinascere nei giovani la fiducia” che potrà essere “volano di migliori risultati”, se “le risposte saranno coerenti e mirate in uno sforzo continuo, volto a razionalizzare e semplificare gli apparati e l’azione amministrativa e a riorientare l’utilizzo delle risorse pubbliche” affinché “possa concretamente avviarsi una nuova fase di sviluppo e di coesione sociale”.
Sulla questione del lavoro e della disoccupazione giovanile il Capo dello Stato si era già espresso ieri, in un’intervista televisiva al Tg5, in cui aveva affermato che “dobbiamo essere una Repubblica all’altezza dell’articolo 1 della Costituzione”, riferendosi al passaggio del primo articolo della nostra Carta che dice: “’L’Italia e’ una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”, che per il presidente costituisce “un principio regolatore a cui debbono uniformarsi tutti gli attori sociali e le rappresentanze politiche”. Napolitano aveva inoltre sottolineato come “il dilagare del problema della disoccupazione giovanile, sia nei Paesi occidentali, sia in quelli emergenti, sia stato colto molto in ritardo” e che “questo problema è sentito in maniera acuta e drammatica nel nostro Paese”.
In effetti dai dati Istat 2013 emerge una situazione sempre più difficile per il mondo del lavoro giovanile, con il tasso di disoccupazione dei 15-24enni che raggiunge un massimo storico arrivando al 41,9%, il livello più alto registrato da 36 anni.
E se allarghiamo lo sguardo al panorama della disoccupazione generale, e non solo giovanile, i dati sono altrettanto preoccupanti. Infatti nel primo trimestre del 2013 il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 12,8%: è il livello più alto dal primo trimestre del 1977, quando si avviarono le serie trimestrali. Il numero dei disoccupati è arrivato a 3 milioni e 83 mila unità e non si arresta il calo degli occupati a tempo pieno, che in circa metà dei casi riguarda i dipendenti a tempo indeterminato, mentre gli occupati a tempo parziale continuano ad aumentare in misura sostenuta, ma la crescita riguarda esclusivamente il part time involontario.
Alessia Argentieri