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Napolitano alle Camere: “Si discuta l’amnistia” Fermento nel mondo politico e scintille con il M5S

di marco.potenziani09 Ottobre 2013
09 Ottobre 2013

napDopo le violazioni contestate all’Italia dalla Corte europea di Strasburgo il presidente Giorgio Napolitano invia un messaggio alle Camere in cui definisce “necessario intervenire nell’immediato” con un’amnistia e un indulto, anche insieme. Una questione definita «drammatica»: nel 2013 c’erano 64.758 detenuti con una capienza che arrivava a 47.615 posti. Il capo dello Stato ha spedito alle assemblee di Camera e Senato un documento di nove pagine, rafforzato dalla controfirma del premier Enrico Letta, che ha parlato di «discorso ineccepibile». È la prima volta che sceglie di inviare un messaggio da quando, nel 2006, iniziò il primo settennato. Si tratta dell’11esimo caso dalla nascita della Repubblica. Il testo è stato letto a Palazzo Madama dal presidente Pietro Grasso e a Montecitorio da Laura Boldrini. Napolitano ha parlato di «malfunzionamento cronico», suggerendo pene alternative contro il problema del sovraffollamento.
«Sentenze più rapide». Anche se la via maestra resta sempre «un rapido iter delle sentenze». Napolitano ha quindi proposto una serie di rimedi: «La prima misura su cui intendo richiamare l’attenzione è l’indulto che non incide sul reato e può applicasi a un ambito esteso», ha spiegato il presidente. E poi l’amnistia: «Fermo restando l’esclusione dei reati di particolare allarme sociale come la violenza contro donne, non ritengo che il capo dello Stato debba indicare le singole fattispecie da escludere. La perimetrazione dell’amnistia rientra nelle competenze esclusive parlamento», è stata la sua precisazione.
Scintille col M5S. Ma i grillini hanno subito attaccato: «È il primo passo per salvare Berlusconi», ha scritto su Facebook l’ex capogruppo Riccardo Nuti. Napolitano ha subito contro-replicato duramente: «Il M5s se ne frega dei problemi della gente. Quelli che dicono così non sanno quale tragedia è quella delle carceri». La combinazione tra le due forme di clemenza secondo il Quirinale potrebbe costituire la ricetta vincente: «L’indulto incide sulla popolazione carceraria mentre l’amnistia può accelerare i tempi della giustizia e incidere anche sulla custodia cautelare», è stata la spiegazione. Infine, citata come soluzione una «decisiva depenalizzazione».
«Giustizia da riformare». Tutto va inquadrato all’interno di un cambiamento più ampio: «Il governo e il parlamento devono fare riforme strutturali al fine di evitare che si rinnovi il fenomeno del sovraffollamento e questo si traduce con il mettere mano a un opera i cui tempi sono maturi, e cioè il rinnovamento dell’amministrazione della giustizia».
«No a distorsioni». Napolitano ha quindi avvisato: «Confido che vorrete intendere le ragioni del mio messaggio formale. Si tratta di questioni e ragioni che attengono a quei livelli di civiltà e dignità che il nostro Paese non può lasciar compromettere da ingiustificabili distorsioni e omissioni della politica carceraria e della politica per la giustizia».

Marco Potenziani

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