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Napolitano ai giovani: «Non allontanatevi dalla politica»

di alessia.argentieri29 Maggio 2012
29 Maggio 2012

Nell’incontro con i giovani che si è svolto ieri al Quirinale, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha parlato di politica e di antipolitica, di crisi economica attuale e di errori passati, rispondendo alle domande che numerosi ragazzi gli hanno rivolto. L’incontro si è svolto in occasione della presentazione dell’attività dell’Osservatorio Lavoro dell’Arel, l’Agenzia di ricerche e legislazione e delle «proposte per una nuova politica» contenute nel libro “Giovani senza futuro?” curato da Carlo Dell’Aringa e da Tiziano Treu.Il web, «un grande canale di partecipazione». «Un incontro suggerito dal moltiplicarsi dei dati e delle riflessioni su una condizione giovanile fattasi sempre più critica nel nostro Paese con il dispiegarsi degli effetti e delle successive tappe della crisi globale insorta nel 2008 negli Stati Uniti, propagatasi al resto del mondo come crisi finanziaria e divenuta crisi economica e sociale complessiva», ha spiegato Napolitano aprendo il suo discorso. Pur riconoscendo la funzione essenziale dell’associazionismo, dello scendere in piazza, del web, definito «un grande canale di partecipazione», Napolitano ha ribadito  l’importanza del ruolo dei partiti politici che ha definito, citando il politologo Sartori, «le cinghie di trasmissione delle istanze dei cittadini verso le istituzioni». Il Presidente ha esortato con grande passione i giovani a non allontanarsi dalla politica: «Guai se invece della corsa alla politica ci fosse la fuga dalla politica», ha dichiarato, «questa sarebbe una catastrofe per la nostra democrazia e per la nostra società . Alla politica bisogna andare con impegno e forte piglio di trasformazione e di cambiamento».
Spesa pubblica troppo dilatata. Alla domanda su quale fosse stato l’errore più grave della sua generazione, il Presidente ha risposto: «L’affidarsi troppo al canale della spesa pubblica, che è stata dilatata per soddisfare esigenze di maggior giustizia e progresso. Perché tali conquiste e riforme potessero reggersi senza scaricare tutto il peso sulla spesa pubblica avrebbero dovuto esserci più profonde trasformazioni nella distribuzione della ricchezza. Invece un po’ ci si è adagiati nel fatto che si potevano fare tante cose aprendo quei rubinetti, e per quei rubinetti è passata tanta acqua sporca».Questa situazione ha avuto conseguenze gravissime per le successive generazioni «perché abbiamo accumulato cambiali pesantissime, quelle del debito pubblico. Se continuassimo così e non stessimo facendo quello che si comincia a fare scaricheremmo un peso gravissimo sui giovani ed è qualcosa di moralmente insostenibile».Riguardo all’austerity della politica italiana Napolitano ha affermato che le politiche di risanamento e consolidamento fiscale e di restrizione della spesa pubblica sono essenziali, ma ha poi aggiunto con veemenza: « i tagli non vanno fatti col machete, tagliando tutto allo stesso modo e riducendo i fondi nel campo della formazione e della ricerca». Il Presidente ha concluso il suo discorso parlando dell’integrazione europea che ha definito «il traguardo più importante» raggiunto dalla sua generazione ed auspicando il conseguimento di nuovi, entusiasmanti obiettivi per i giovani.

Alessia Argentieri

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