“Andiamo avanti, garantendo i servizi minimi. Il Governo si è impegnato per giovedì ad intervenire. Vediamo se è la volta buona”. In un lungo post pubblicato questa mattina su Facebook il sindaco di Napoli Luigi de Magistris ha denunciato la difficile situazione economica del Comune di Napoli. Un’analisi e uno sfogo, fra rammarico e speranza.
Lo sfogo. “Sono troppo indignato. Non riesco a trovare pace per questa ingiustizia”, scrive sui social. La questione è il rosso registrato nelle casse del Comune di Napoli e il conseguente pignoramento. Per ottenere un parziale sblocco “abbiamo anticipato una parte del debito dello Stato”, scrive De Magistris. “È il gioco delle tre carte sulla pelle dei cittadini napoletani”. Il problema, spiega il primo cittadino, sono le sanzioni che entreranno in vigore nel 2019, che si ripercuoteranno soprattutto su investimenti e assunzioni.
Le richieste. “Non sanno più come fermare la rivoluzione napoletana”, si legge nel post. Gli obiettivi da raggiungere per il sindaco sono due. Il primo è l’eliminazione del pignoramento. “Siamo rimasti senza acqua, pane ed ossigeno” e De Magistris chiede l’impegno del Presidente del Consiglio. Il secondo tema è la legge sul debito “illegittimo e odioso”. Si tratterebbe di “togliere circa 150 milioni dal bilancio dall’anno 2019: significa non poter offrire servizi migliori agli abitanti della nostra città”.
Terremoto e rifiuti. Il primo cittadino definisce le cause di questa paralisi come “meteoriti istituzionali” sulla città. “Il primo è un debito di circa 100 milioni contratto dallo Stato nel 1981 con il commissariamento post-terremoto”. Il secondo, scrive il sindaco, “è un debito di circa 60 milioni del commissariamento dello Stato sull’emergenza rifiuti di dieci anni fa”. De Magistris denuncia: “Il primo debito ha già prodotto da un anno il blocco delle casse del Comune di Napoli con il pignoramento operato dal creditore”. Per questo, spiega nel post, la Corte dei Conti ha sanzionato l’Amministrazione. Risultato: il taglio dei trasferimenti dallo Stato ai Comuni. “Dobbiamo pagare noi la somma che Roma non ha pagato”, si lamenta il sindaco.
Uno sfogo che si tramuta in speranza. “Abbiamo eliminato consulenze esterne, tutti gli sprechi, le spese inutili”. “Abbiamo ripulito la città da rifiuti, politica inquinata e bilanci truccati”, ma dobbiamo pagare per problemi talvolta legati all’intreccio tra “affari, politica e camorra”.