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della Motorizzazione civile
ha avuto guai con la legge

Napoli: 60% del personale
della Motorizzazione civile
ha avuto guai con la legge

di Valerio Del Conte07 Dicembre 2016
07 Dicembre 2016

Il 60% del personale in servizio alla Motorizzazione civile di Napoli ha avuto problemi con la giustizia. A rivelarlo è un dossier riservato presentato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e consegnato anche all’Autorità nazionale anticorruzione (Anac). Il contenuto del dossier, risalente ad agosto e reso pubblico dal Corriere della Sera, presenta un quadro definito “sconcertante”. Nel paragrafo di pagina cinque intitolato “Situazione del personale in servizio presso l’Ufficio motorizzazione civile” si legge che “solo il 40% del personale in servizio risulta ad oggi privo di qualsiasi pendenza e/o denuncia”.

Alcuni impiegati della Motorizzazione napoletana e di altre città della Campania avevano protestato per la mancata conferma del “distacco”, ossia il diritto di lavorare in sedi diverse da quelle in cui si è stati assunti. A seguito delle lamentele, l’Anac aveva richiesto delle informazioni al riguardo, ottenendo il dossier in questione. Il rapporto, firmato dal capo del personale del MIT Alberto Chiovelli e composto da nove pagine e svariati allegati, mette in luce criticità tutt’ora irrisolte.

“Appare chiaro che nonostante le azioni intraprese dall’amministrazione e nonostante le indagini in corso, continuano ad essere commesse irregolarità”, si legge sul rapporto, che poi si preoccupa di elencare tutti gli accorgimenti adottati nel tempo. Si parla delle nuove disposizioni relative ad esami e patenti, della centralizzazione nella scelta degli esaminatori, delle ispezioni improvvise, delle multe e dei controlli a campione. Nulla di tutto ciò, però, sembra aver funzionato. “Dai controlli costantemente effettuati emergono ancora attività fraudolente dei dipendenti e numerosi esposti anonimi” scrive il capo del personale del ministero Chiovelli, che parla poi di “situazioni sulle quali è necessario fare chiarezza”. Anticipando qualsiasi pregiudizio, occorre ricordare che il problema non sono i napoletani, ma un sistema troppo radicato di cui i napoletani stessi sono le prime vittime.

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