Una Piazza della Repubblica gremita dei rappresentanti degli Ncc, Noleggiatori con Conducente, che si sono dati appuntamento da tutta Italia oggi a Roma, per chiedere l’abrogazione definitiva della Legge 29/01 quarter del 2009.
Annunciata da Anitrav e organizzata dalle associazioni di che tutelano la categoria Ncc, la protesta mira a ottenere una risposta dal ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, e dal ministro dei Trasporti Danilo Toninelli per avere un incontro e formare un tavolo tecnico affinché si discuta per un nuovo testo di legge.
Se la legge non fosse abrogata, o peggio, se entrasse in vigore il 1° gennaio 2019, chiuderebbero 80mila imprese e andrebbero a casa 200mila lavoratori. Lo stato di agitazione, che oggi ha portato circa una decina di migliaia di lavoratori Ncc nella Capitale, è provocato da alcuni vincoli che la legge imporrebbe, come l’impossibilità di sostare e parcheggiare lungo i marciapiedi, e l’obbligo di rientrare in rimessa al termine di ogni singolo servizio per ricevere una nuova prenotazione. Inoltre, un altro obbligo stringente previsto dalla legge quadro del 2009 imporrebbe l’esercizio del servizio sono nei comuni che ha rilasciato la licenza. Una normativa considerata a favore dei tassisti che, nel corso degli anni, hanno appoggiato la legge quadro 29/01. La difficile convivenza delle due categoria in tutta Italia può mutare in nuova forma, se fosse prevista una nuova legge garante per le due categorie. È lo stesso presidente dell’Associazione Ncc, Giorgio Dell’Artino, a confermare a LumsaNews come possa esserci una pacifica esistenza con i tassisti, affermando che “loro, erroneamente, ci ritengono concorrenti – continua Dell’Artino – Non è così: noi trattiamo una clientela completamente differente che non è quella del taxi. Non c’è il senso di un accanimento verso i nostri confronti”.