Con un secco 3-0 (6-4 7-5 6-4), Andy Murray ha travolto ieri Novak Djokovic aggiudicandosi il prestigioso torneo di Wimbledon.
Una vittoria storica. Si tratta del primo successo di un britannico in un torneo Open. La stampa inglese in settimana aveva messo molta pressione per questo match, attirando ospiti importanti nel parterre: dal premier David Cameron, al capo dell’opposizione Ed Milibrand. Presente anche il bomber del Manchester United Wayne Rooney. Non poteva mancare il primo ministro della Scozia Alex Salmond (la Scozia è la patria di Murray). Nonostante il 3-0, il match è stato molto impegnativo, come ha ammesso lo stesso vincitore: “È stato un game brutale – ha affermato il nuovo campione – sicuramente resterà il più difficile game della mia carriera. La mia testa era ovunque, non ho avuto paura di perdere, ma sembrava che non potessi più vincere”.
Un trionfo dedicato al suo allenatore Ivan Ledl, due volte finalista, mai vincitore. ”Conosco il suo rammarico – ha continuato Murray – per non aver mai vinto qui da giocatore. Sono contento di avergli regalato questa gioia”.
Quinzi trionfa al torneo juniores. Appena 17 enne, Gianluigi Quinzi è diventato l’orgoglio del tennis italiano. Ha vinto la competizione under 18, battendo in finale il sudcoreano Hyeon Chung. Il giovane talento ha interrotto un digiuno durato ventisei anni: l’ultimo italiano a vincere il torneo per giovani è stato Diego Nargiso. Il ragazzo non si è montato la testa, sa che prima di arrivare al livello dei grandi campioni deve fare un duro lavoro, in particolar modo sul piano mentale. “Non voglio bruciare le tappe – ha ammesso Quinzi – continuerò passo dopo passo. Il mio tennis vale già i primi cinquanta al mondo, ci posso giocare alla pari. Ma poi vincono loro – ha proseguito – perché mentalmente non sono ancora a quei livelli. C’è una ragione per cui vincono sempre i migliori. Ad un certo punto scatta un tic e fai un salto di qualità”.
Alessio Perigli