Il Monte dei Paschi di Siena ha divulgato i risultati definitivi della conversione dei bond subordinati in azioni, che ha raggiunto un totale di 1,028 miliardi di euro con le varie adesioni. Intanto ieri, durante il primo giorno di Borsa post-referendum, Mps ha perso il 4,21% e oggi ha aperto con un -2,25%. Proprio oggi è previsto l’incontro dell’amministratore delegato Marco Morelli con la Banca Centrale Europea a Francoforte per chiedere una proroga sul termine per la ricapitalizzazione, fissato attualmente a fine 2016.
Mps, infatti, sta vivendo un momento di stallo parallelo al congelamento della crisi di Governo, poiché la ricapitalizzazione con l’aumento di 5 miliardi, che la banca italiana dovrebbe chiudere entro la fine dell’anno, sarebbe difficile se non impossibile senza l’aiuto dello Stato. Se la Bce non dovesse concedere la proroga si potrebbe aprire uno scenario con la conversione obbligatoria dei prestiti subordinati e dell’intervento dello Stato.
L’operazione di conversione è stata però sostanzialmente disertata dai piccoli risparmiatori, a cui Mps aveva venduto allo sportello oltre 2 miliardi di euro di bond subordinati per finanziare la disastrosa acquisizione di Banca Antonveneta. Su questo fronte, infatti, le adesioni ci sono state solo per circa 98 milioni di euro. I molti e stringenti paletti imposti dalla Consob hanno infatti frenato le conversioni, impedendo che il retail potesse aderire ad un’operazione giudicata molto rischiosa.
Infine, sul tavolo dell’operazione di aumento anche il possibile intervento di capitali privati. I vertici della banca, infatti, puntano ad avere una risposta – entro la fine di questa settimana – da parte del Qatar e di alcuni fondi anglosassoni. Nel caso dell’intervento di questi investitori, l’aumento di capitale potrebbe realizzarsi concretamente entro la fine dell’anno.